Scontro treni. Il capostazione ammette: ho alzato io paletta verde

I parenti delle vittime urlano assassini

ROMA  – “È vero quel treno non doveva partire. E quella paletta l’ho alzata io: non sapevo che da Corato stesse arrivando un altro treno per questo ho dato il via libera”. E’ quanto ha ammesso il capo stazione di Andria, Vito Piccarreta. “In questa storia – aggiungono poi lui e la moglie dal citofono di casa, sempre secondo quanto riferisce Repubblica – anche noi siamo delle vittime. Siamo disperati ma un solo errore non può aver causato tutto questo”. “Stiamo soffrendo – dice la moglie – quelle immagini sono inaccettabili, tutto quel dolore, quello che è accaduto è incredibile. Ma non è pensabile dare la colpa di quello che è successo soltanto a un errore umano. Non è così”. “Ho fatto partire io quel treno – dice Piccarreta anche alla Stampa – sono stato io ad alzare la paletta. C’era confusione, i treni erano in ritardo e..”. 

Nel frattempo il dolore per le perdite non si attenua e monta inesorabilmente il sentimento di rabbia dei parenti delle vittime dell’incidente ferroviario. All’esterno dell’istituto di Medicina patologica del Policlinico di Bari, dove ci sono le salme, stanno tornando oggi i parenti, alcuni dei quali sono rimasti qui a vegliare i propri cari durante la notte. “Assassini – urlano in lacrime alcuni – siete degli assassini, i nostri cari non torneranno mai più”. “Per evitare scene di strazio pubblico e per consentire loro di stare più tranquilli”, spiega il professore Francesco Introna, direttore dell’istituto di Medicina legale, “stiamo facendo accomodare i parenti in una aula dell’istituto” dove ci sono bevande fresche e aria condizionata.

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