Università. L’inaccettabile vergognoso numero chiuso

ROMA – Questa mattina la Rete della Conoscenza, Link Coordinamento Universitario e Unione degli Studenti hanno svolto un’azione dimostrativa davanti una delle sedi di Sapienza in cui si svolgerà il test per l’accesso a Medicina, affiggendo cartelloni e striscioni con sopra scritto “Chiuso – il numero chiuso chiude gli ospedali”, per simboleggiare il forte legame tra numero chiuso e i tagli che da anni sono stati inferti alla Sanità Pubblica, con grave danno per il diritto alla salute dei cittadini.

“Medicina ha visto un taglio da 9513 a 9224 posti e architettura da 7800 a 6991” dichiara Serena Fagiani, Coordinatrice di Link – Roma che prosegue: “La progressiva riduzione del numero di posti per l’accesso ai corsi con il numero chiuso nazionale è inaccettabile e va a ledere ulteriormente il diritto allo studio, già colpito da un test assolutamente iniquo.”

“É inaccettabile che uno studente in uscita dalle scuole superiori non possa scegliere liberamente il suo percorso di studi, i test non valutano realmete la preparazione, ma vogliono selezionare i futuri studenti universitari. Essi sono un ostacolo anche economico per tutti coloro i quali devono sostenerli e a ciò il Governo non dà alcuna risposta, anzi, pare si voglia andare nella direzione di una ulteriore preselezione, come evidenziato da alcune indiscrezioni in merito alle deleghe in bianco contenute nella legge 107” dichiara Francesca Picci, Coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti.

“Da anni chiediamo un ripensamento delle modalità di accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia, che si stanno rilevando non solo inefficaci, ma anche dannose. Non si possono infatti trascurare le mancanze di specialisti che già oggi si palesano nel nostro Sistema Sanitario e, inoltre, l’intero sistema del diritto alla salute necessita sempre di più di essere rivisto alla luce delle trasformazioni demografiche e dell’affermarsi di nuovi paradigmi della sanità pubblica. Diciamo chiaramente che la progressiva riduzione dei posti a medicina porta alla chiusura degli ospedali e dei reparti ospedalieri. ” prosegue Riccardo Sala, di LINK SAPIENZA.

“Dopo anni di denunce da parte nostra cadute nel vuoto, anche l’Ordine dei Medici comincia a mettere in discussione questa programmazione” – conclude Serena Fagiani, che continua – “I tempi sono maturi per aprire un dibattito pubblico sul sistema di accesso alla formazione medica e sul modello di Sanità di cui si vuole dotare questo paese, dibattito che non può avvenire escludendo gli studenti.”

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