Autogol di Renzi: vuole far ripartire il Ponte sullo Stretto

Codacons: Scherzo di Carnevale in largo anticipo

ROMA – Mentre l’Italia, anzi gli italiani sono in grave sofferenza Matteo Renzi rilancia il mastodontico e già fallimentare piano sul Ponte dello Stretto. “Noi ci siamo”, ha detto il presidente del Consiglio intervenendo alla celebrazione per 110 anni della Salini-Impregilo alla Triennale di Milano. “Dobbiamo completare il collegamento tra Napoli e Palermo – ha detto il premier – togliere la Calabria dall’isolamento e rendere la Sicilia più vicina creando centomila posti di lavoro”. “In questo vi sfido – ha detto rivolgendosi a Pietro Salini, ad di Salini-Impregilo – e se voi siete nella condizione di portare le carte e sbloccare quello che è fermo da dieci anni, noi ci siamo”. 

Pioggia di critiche

Le affermazioni di Renzi  sembrano uno scherzo di Carnevale agli italiani, fatto in largo anticipo, replica il Codacons. “Prima di parlare di progetti faraonici come il Ponte sullo Stretto, Renzi farebbe bene a portare a termine le 868 opere incompiute esistenti in Italia e dire ai cittadini dove troverà 1,4 miliardi di euro necessari per il completamento dei lavori – afferma il presidente Carlo Rienzi – Facile fare annunci a voce, molto più difficile se non impossibile reperire le risorse necessarie per la realizzazione del maxi-progetto, usato da tutti i Governi come spot elettorale di facile presa sui cittadini. Ricordiamo al nostro Premier che in Italia esistono ancora 868 infrastrutture non portate a compimento censite dal Codacons, che hanno già prodotto un immenso spreco a carico dei cittadini pari a 4 miliardi di euro, e per la cui realizzazione definitiva serviranno almeno altri 1,4 miliardi” – conclude Rienzi.

“Il Ponte sullo Stretto è una follia sotto ogni punto di vista”. A dirlo è il sindaco di Messina, Renato Accorinti. “Noi negli anni abbiamo ‘vivisezionato’ il progetto sotto l’aspetto ambientale, occupazionale e strutturale. La conclusione? E’ un’opera inutile, devastante e costosissima: tre chilometri di cemento in un deserto trasportistico”.  “Il movimento ‘No Ponte’ è nato con me – prosegue il primo cittadino -, siamo partiti in 10 e il 22 gennaio del 2006 abbiamo portato in piazza 25mila persone. La maggior parte dei miei concittadini ritiene l’opera inutile. Alla Sicilia mancano le autostrade, le ferrovie, i porti. Potremmo vivere di turismo, ma i viaggiatori che arrivano in Sicilia non sanno poi come spostarsi da un capo all’altro dell’Isola”. 

Per Accorinti, infatti, la Sicilia dal punto di vista dei trasporti è “all’anno zero”. Ecco perché bisogna puntare sul “ferro e sulle autostrade del mare, su una mobilità sostenibile” rilancia. Senza contare che “come hanno dimostrato studi scientifici in quel punto è presente la faglia più pericolosa del Mediterraneo”. E poi ci sono i costi. “Elevatissimi per i privati – assicura Accorinti -. Dovrebbero avere il ponte in concessione per 200 anni per avere un guadagno”. Inoltre, lo stesso premier Renzi “tre mesi fa in Calabria ha detto ai giornalisti che prima di pensare al Ponte sullo Stretto occorre dotare il Sud delle opere infrastrutturali essenziali – conclude Accorinti – e per realizzarle ci vorranno decenni e miliardi di euro”.  

Anche il WWF non lesina critiche al premier: “Invece di pensare ad opere in perdita che graverebbero ulteriormente sui conti dissestati dello Stato il Presidente del Consiglio dovrebbe garantire il rispetto del decreto 187/2014 che ha portato ad avviare le procedure di liquidazione della concessionaria pubblica Stretto di Messina SpA (SDM SpA) e dei rapporti tra questa e il Generale Contractor Eurolink, dopo che quest’ultimo non aveva rispettato l’obbligo di fornire garanzie dal punto di vista tecnica e finanziaria sulla realizzazione dell’opera”.  “Tra l’altro in oltre 13 anni di nuove progettazioni i proponenti del progetto non sono mai riusciti a dimostrare come l’opera, valutata nel 2010 in 8,5 miliardi di euro (oltre mezzo punto di PIL), possa essere ripagata da flussi di traffico veicolare estremamente modesti – aggiunge l’associazione -. Le risorse destinate al Ponte potrebbero essere destinate ad opere veramente necessarie per il rilancio del Mezzogiorno, quali: mettere in sicurezza il territorio di Calabria e Sicilia; raddoppiare le linee ferroviarie che collegano Messina a Palermo e Catania, potenziare la linea tirrenica ferroviaria tra Battipaglia e Reggio Calabria e la linea ferroviaria jonica che collega Reggio Calabria a Taranto; intervenire sul sistema dei porti tra Gioia Tauro, Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Messina e garantire un sistema di traghettamento veloce e frequente per l’Area dello Stretto. Continuare a pensare di realizzare un ponte di oltre 3 km in una delle aree a piu’ elevato rischio sismico del Mediterraneo (il terremoto del 1908 di magnitudo 7.1, che rase al suolo Messina e Reggio Calabria, e’ il piu’ grave registrato in Italia negli ultimi 100 anni) e in una delle zone di maggiore pregio per la biodiversita’, tutelata dalla norme comunitarie, e’ semplicemente un’idea sconsiderata”, conclude il WWF.

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