Referendum. Le ipotesi del Financial Times: minacce infondate

Ft: “se vince no in dubbio partecipazione Italia a euro” 

LONDRA – “Dopo la Brexit e Donald Trump occorre prepararsi al ritorno di una crisi dell’eurozona. Se il primo ministro italiano Matteo Renzi dovesse perdere il referendum costituzionale del 4 dicembre mi aspetto una sequenza di eventi che metterebbe in dubbio la partecipazione dell’Italia all’eurozona”. 

E’ l’opinione del direttore associato del Financial Times, Wolfgang Munchau che in un commento pubblicato ieri sera rileva che le vere cause di questa possibilità non nel referendum in quanto tale.  Una eventuale vittoria del no al referendum potrebbe avere conseguenze distruttive sulla moneta unica. “Se Renzi dovesse perdere – prosegue Munchau – ha detto che si dimetterà, portando al caos politico. Gli investitori potrebbero concludere che il gioco è finito. E il 5 dicembre l’Europa potrebbe svegliarsi con un’immediata minaccia di disintegrazione”. 

Le conseguenze di un’uscita dell’Italia o della Francia dall’euro sarebbero disastrose e “porterebbero alla maggiore insolvenza della storia. I detentori stranieri di titoli italiani o francesi denominati in euro – spiega il direttore associato del Financial Times – sarebbero pagati nell’equivalente di lire o franchi francesi. Entrambi i Paesi svaluterebbero. E dal momento che le banche non devono detenere capitale a fronte delle loro posizioni in titoli di stato, le perdite porterebbero molte banche continentali all’immediato fallimento.

La posizione del giornale economico britannico non sono passate inosservate. 

Per il ministro della Cultura DarioFranceschini, gli scenari ipotizzati dal Financial Times di una “crisi della zona euro” e di una possibile uscita dall’Italia dalla moneta unica in caso di vittoria del “no” al referendum sono “una cosa totalmente esagerata e non fondata”.  “Mi sembra francamente una cosa totalmente esagerata e non fondata. Sicuramente – ha aggiunto il ministro – dall’estero si vedono in modo piu’ distaccato i rischi di una Italia cronicamente instabile come quella che uscirebbe da una vittoria del no”. “L’Italia e’ saldamente in Europa e sta in Europa per cambiarla e migliorarla. Non esiste alcuno scenario che porti l’Italia fuori dall’euro”.

 “Non è chiaro cosa c’entri il destino dell’euro con l’esito del referendum costituzionale”, ha replicato il capo dei deputati di Sinistra Italiana a Montecitorio Arturo Scotto. “Eppure il Financial Times parla di uscita dall’euro nel caso di una vittoria del no. E’ inaudito che un grande quotidiano economico internazionale scriva notizie così infondate, cercando di spargere terrore tra gli elettori. Ormai è chiaro: i poteri forti sono per la riforma non i cittadini”.

“Mi auguro che il ministro Padoan e il governo dicano almeno una parola per difendere la sovranità popolare dell’Italia. Si rassegnino questi analisi della domenica: gli elettori italiani sono adulti e non sono ricattabili”, conclude Scotto.

Per Salvini, invece, l’ipotesi del FT  sarebbe “una salvezza, non una catastrofe”. IUl leader della Lega ha ribadito che “ci sono 7 premi Nobel per l’economia che dicono ‘fate in fretta, recuperate il controllo della vostra moneta e della vostra economia’. Quindi, quello che per qualcuno è catastrofe per me è assolutamente l’unica salvezza per l’Italia”. Per Salvini, però, tutto questo “è scollegato dal referendum”, anche se “prima torniamo a ricontrollare la nostra moneta, le nostre banche meglio sarà per gli italiani”. A chi gli chiede se è possibile che questa ipotesi si realizzi risponde che è possibile che si arrivi all’uscita dall’euro, ma che non c’è un collegamento “al sì o al no. Io voto no anche per non avere l’unione europea con potere di vita o di morte in Costituzione. L’Italia appartiene  agli italiani e non a qualche burocrate di Bruxelles. Nel nostro programma di governo per la prossima campagna elettorale ci sarà la sovranità monetaria, il recupero del controllo della moneta”. Infatti, “i paesi che non hanno l’euro all’interno dell’Ue sono quelli che crescono di più. Quella che per qualcuno è una sciagura, come per qualche banchiere, per gli italiani sarebbe l’unica salvezza”. 

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