ROMA – Si va via ” normalmente per una somma di cause, sicuramente l’innesco e’ una profonda differenza di contenuti tra la segreteria Renzi e le persone che hanno lasciato in questi giorni il partito, sul lavoro non avevamo in programma di cambiare l’articolo 18 e di mandare a lavorare i ragazzi con i voucher e si comprano in tabaccheria, avevamo una politica fondata sul rispetto dell’ambiente e siamo diventati il partito dei petrolieri e che mette in contrasto il governo del Pd con i governatori del Pd e sul referendum sulle trivelle e mi fa piacere che sia andato in California a imparare la green economy perche’ ne aveva assolutamente bisogno”.
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, candidato alla segreteria del Pd a Unomattina spiega cosi’ quelli che secondo lui sono stati i temi politici che hanno portato alla scissione ma aggiunge sottolineando il rapporto personale tra “il modo di essere di Renzi, che tutti gli italiani conoscono, e il rapporto con delle persone per bene ma non abituate a essere trattate permanentemente in quel modo, Bersani dopo l’ultima direzione aveva il cuore spezzato dalla replica di Renzi, io penso – ha aggiunto Emiliano – che ci sia stata oltre che una differenza politica profonda anche la rottura umana che io non sono riuscito a frenare, ho provato in tutte le maniere. Eravamo tre candidati diversi, Rossi, Speranza ed io – ha insistito – abbiamo tentato, per esempio, di opporci al cosiddetto congresso con rito abbreviato, perche’ Renzi voleva andare alle elezioni e non pagare il dazio di fare il congresso dopo la sua sconfitta politica e noi lo abbiamo bloccato. Ha quindi accelerato talmente da dare l’impressione di voler fare un congresso farsa, io – ha detto ancora – ho accettato lo stesso di andare avanti perche’ non potevo lasciare questo grande progetto del Partito democratico, a cui ho dedicato molte energie ma loro, dopo tanti anni di conflitto dentro al partito e nel parlamento….”. Sul “referendum io ho votato no – ha precisato ancora Emiliano- ho detto a tutti che avrei votato no ma non sono andato in televisione per due mesi durante quel periodo perche’ il mio partito aveva una posizione diversa, io sono un magistrato e non mi si puo’ chiedere di accettare una riforma costituzionale per ordine partito e io – ha concluso- per ordine di partito non ho mai fatto nulla, continuo ad avere un rapporto diretto tra le mie decisioni e la coscienza,fatto questo che per un politico non proprio e’ la migliore delle qualita’ ma io sono fatto cosi’ ed e’ bene che gli italiani lo sappiano”.