Rogo alla stazione Tiburtina. E c’è chi pensa ancora alla Tav

ROMA – E’ stato probabilmente un corto circuito nella centralina elettrica ad innescare all’alba un violentissimo incendio alla stazione ferroviaria di Tiburtina a Roma. Le fiamme sono divampate attorno alle 4 del mattino ed è stato grazie alla tempestività degli uomini dei Vigili del Fuoco che si è scongiurato il peggio, i quali hanno lavorato per almeno otto ore prima di mettere in sicurezza i locali invasi dal fuoco e dal fumo.

Il traffico ferroviaria è andato in tilt, anche perchè questa stazione rappresenta uno snodo importantissimo non solo per la capitale, ma per tutta la rete ferroviaria italiana.
Sulle cause accidentali sembra non ci siano dubbi, anche se non si esclude l’ipotesi del dolo. Le Fs hanno fatto sapere che la centrale elettrica  andata a fuoco è la cosiddetta  stanza dei Relais, dove si trovano importanti cavi elettrici che di fatto  governano  il funzionamento dei treni, come gli scambi dei binari e i semafori. Eppure qualcosa non deve aver funzionato senza che nessuno se ne accorgesse. La segnalazione alla centrale operativa del Comando provinciale dei vigili del fuoco è arrivata alle 4.10 e 9 minuti dopo i primi automezzi dei Vigili del Fuoco arrivavano a sirene spiegate.
C’è da ricordare che in questa stazione, al momento dichiarata inagibile,  da alcuni anni sono in corso lavori di ristrutturazione per trasformarla nel nodo principale della capitale per l’Alta Velocità.
L’emergenza in atto ha colpito gravemente tutto il quartiere della Tiburtina, avvolto dal fumo, tanto che gli abitanti ora sono costretti a tenere le finestre chiuse per l’aria irrespirabile, probabilmente tossica. Ripercussioni anche sulla metropolitana linea B, dove la  tratta Monti Tiburtini-Castro Pretorio è stata interrotta.

Le Fs ha subito parlato di  danni notevole , di stazione inagibile e di ripercussioni che si protrarranno  per giorni sia per i treni pendolari, sia per alcuni a lunga percorrenza, mentre l’assessore regionale ai Trasporti Francesco Lollobrigida ha sottolineato la possibilità di un  danno strutturale e si ipotizza un  rischio collasso  del cantiere. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli ha definito la situazione molto seria.

Insomma non ci vuole molto a capire che la situazione delle Ferrovie italiane non è proprio idilliaca. L’amministratore delegato Mauro Moretti ha più volte detto che le ferrovie italiane sono le più sicure d’Europa. Eppure come disse Ezio Gallori, uno storico leader dei macchinisti: “Se curi solo il motore, e cioè l’Alta velocità, ma lasci perdere cuscino, ruote e quant’altro, non vai molto lontano”. Non ci vuole molto. Basta farsi un giro in un trenoun giro in uno di quei treni locali per rendersi conto in quale paese del terzo mondo viviamo. E c’è ancora chi pensa a fare l’Alta Velocità, ovvero costruire una casa senza le fondamenta con la supposizione infondata che non succederà mai nulla di grave.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe