Afghanistan, scontata riconferma della missione. Cercasi opposizione coerente ma non compiacente

ROMA – Il rifinanziamento della missione in Afghanistan, come avevamo previsto, è stato licenziato questa mattina dal Senato con 269 voti favorevoli, 12 contrari ed un solo astenuto.  Il concetto di guerra “giusta” passa anche dalle parti del PD, che “coerentemente” con quanto fatto nel gennaio del 2011, ha votato con la maggioranza. 

L’unico a dimostrarsi ancora più coerente è stato l’ Idv, unica vera e coerente forza di opposizione attualmente presente.  Sono lontani i tempi in cui l’allora segretario dei DS Piero Fassino alzava i toni per affermare che la guerra era solo la sconfitta della diplomazia politica, spingendosi addirittura a ipotizzare un improbabile tavolo di concertazione al quale fossero presenti tutti i soggetti coinvolti, Talebani inclusi.  Ciò che preoccupa maggiormente è il silenzio dello stesso PD, l’assenza di motivazioni valide che lo hanno spinto a dare ancora una volta l’appoggio ad una maggioranza che si trovava alla canna del gas. Il paese versa in condizioni economico-finanziarie da brivido, i soldati italiani rimasti uccisi dal 2004 ad oggi sono saliti a 41 e questo sembra non scalfire la politica centrista, moderata e quanto mai evanescente di questo partito.  La voce di Bersani tuona solo per indignarsi rispetto alle accuse piovute sul suo braccio destro Penati. Chiaro sintomo di una questione morale aperta da tempo immemorabile e mai chiusa, o forse mai seriamente affrontata.

Risulta difficile credere che non sia stato “visto” né capito il disegno di un governo che si regge con i fili, e che solo grazie ad una politica “compiacente” avrebbe potuto resuscitare fino a presentare una sequela di proposte-trappola che avrebbero dovuto trovare di fronte un fuoco di sbarramento inesorabile.  Dopo aver mandato in frantumi la legge sull’omofobia, dopo che il CdM ha dato il via libera alla proposta di legge sulla riforma costituzionale (sulla quale ci sarebbe da scrivere un capitolato di emendamenti, eccezioni e controproposte) ecco ora spuntare dal cilindro magico del mai domo Cavaliere, il più che probabile nome del nuovo Guardasigilli, tale Nitto Palma, conosciuto da tempo come “amico” di Previti, colui che tra gli “adepti” dello stesso Premier ha pagato il prezzo più alto in termini di giustizia.

Il solo a gettare un salvagente all’Italia resta al momento il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che dopo aver perentoriamente respinto la mossa leghista dello spostamento dei ministeri al nord (perché di questo in realtà si trattava, anche se in forma edulcorata!), si troverà questo pomeriggio ad affrontare la “patata bollente” della proposta sul nuovo ministro della Giustizia.
La Politica arretra ancora, lasciando posto a manovre e scambi che permetteranno a questa classe dirigente di tirare avanti ancora un po’.  La splendida risposta che i Cittadini italiani hanno saputo dare con le recenti Amministrative ed il Referendum, rischia di esser vanificata da un film che troppe volte abbiamo visto su questi schermi.  Presidente Napolitano, il Popolo italiano è nelle sue mani.

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