Patetico show di Berlusconi a Porta a Porta

ROMA – Inutile meravigliarsi. Lo speciale Porta a Porta dedicato al ricordo dell’11 settembre diventa l’ennesima occasione di Bruno Vespa per offrire la vetrina della rete ammiraglia alle promesse di ritiro e certezze di tenuta di Silvio Berlusconi.

Dalla politica interna a quella estera: «I primi soldati li porteremo a casa dall’Afghanistan alla fine di questa primavera e via via diminuiremo la nostra presenza fino a non avere più forze nel 2014. Insieme agli alleati – aggiunge il Cavaliere – abbiamo previsto una strategia per consegnare tutto il sistema della sicurezza dei cittadini nei confronti dello Stato e nei confronti di eventuali nemici dello Stato alla forze afghane che dipenderanno direttamente dal governo afghano». Il suo ricordo su quella giornata è impressionante: «Io vidi come tanti alla televisione quel che successe e mi misi a piangere senza più fermarmi».

Ma subito si passa alla politica interna. «Noi siamo sicuri che resisteremo fino alla fine. Dopo la diaspora di Fini e dei suoi in parlamento- ha detto Berlusconi fiducioso- abbiamo conseguito una nuova maggioranza che è politicamente molto più coesa e che ci dà delle speranze fondate di poter utilizzare questi 18 mesi per poter approvare le tre manovre importanti che dobbiamo fare cioè quella dell’architettura istituzionale dello Stato, quella della giustizia e la riforma del fisco» . Ed il buon Vespa non poteva omettere una puntuale domanda sulla manovra economica con annesse fibrillazioni annesse:  «Non dovrà essere rafforzata nei prossimi mesi, perché è stata fatta da noi seguendo tutte le indicazioni della Banca Centrale Europea. – continua il Cavaliere ostentando ottimismo- 

Adesso noi speriamo che, essendo stata la nostra una risposta ferma alle richieste che ci sono state fatte attraverso la Bce dai mercati, che questi ultimi tengano conto e che noi si possa superare questa difficile fase per i nostri titoli del debito pubblico». Poi Berlusconi ricostruisce così quelle convulse ore. «Il percorso della manovra non è stato facile perchè la Bce dopo che noi avevamo interpellato i suoi vertici, perchè sentivamo che la speculazione internazionale stava venendo addosso ai nostri titoli del debito pubblico, ecco quella manovra ci fu ‘beccata’ direi dalla banca centrale europea con la condizione che noi avremmo dovuto anticipare il pareggio di bilancio al 2013 con quello che era il 2014 – ha continuato – .Ci dissero anche che dovevamo farlo entro il venerdì sera perché avevano bisogno di due giorni per convocare e sentire i governatori di tutte le Banche Centrali che poi avrebbero dovuto sentire i Premier di tutti i Paesi, anche perché i soldi della Bce sono soldi di tutti cittadini”. E sempre il premier: “quindi noi ci trovammo a dover fare in quattro giorni una manovra di 50 miliardi, se si aggiungono a quelle che sono le nuove misure, le misure che avevamo assunto con le precedenti manovre. Una cosa assolutamente difficile».

A dieci anni dalla tragedia alle Torri Gemelle, il premier crede che «l’esempio dato dagli americani, quando tutte le nazioni americane si strinsero intorno al loro presidente senza distinzioni politiche, senza distinzione religiose, resti una testimonianza preziosa di come un popolo possa reagire con determinazione di fronte alle peggiori tragedie».
Ci aspettiamo le reazioni, per un 11 settembre tutto italiano, che senza rispetto per le migliaia di vite umane, vede ancora una volta trasformato un anniversario in patetico e miserevole tentativo di riscatto solo ed esclusivamente personale.

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