Brescia. Scendono i 4 migranti, niente moratoria per 1.700

BRESCIA – Ieri sera alle 20:45 i quattro immigrati della gru, sono scesi per lasciare definitivamente la gru.

Le trattative, iniziate nel pomeriggio, grazie all’intervento di sindacati e Diocesi Bresciana, hanno dato i loro frutti. Sono state ore di un’intensa  contrattazione  tra istituzioni e parti chiamate in causa.. Da qui è maturato il punto d’incontro, frutto di un compromesso, il quale, garantisce che gli attori della protesta non saranno espulsi e neppure rinchiusi in un Cie.
In Piazzate Battisti e lungo via San Faustino molte persone attendevano la discesa sotto la pioggia battente.

La trattativa e le richieste
I quattro hanno tentato la via della battaglia collettiva, cioè indurre le istituzioni a sospendere il rigetto di 1.700 domande. La prefettura di Brescia ha respinto con decisione la proposta perché considerata una vera “moratoria” per gli stranieri. Ciò che è stato garantito loro è il: “trattamento umanitario, così come è già stato riservato agli altri due scesi”.
Un no netto anche per quanti sono colpiti da “foglio di via”, cioè espulsione con rifiuto di permesso di soggiorno.
La giornata è iniziata sotto la gru, con un team di avvocati, due nominati dai migranti, gli altri dalla Cgil. Tra i presenti anche Padre Mario Toffari, ufficio migranti della Diocesi e don Fabio Corazzina della Pax Christi.
Nella controversia animata si è anche discusso dei nove egiziani fermati in occasione dei presidi, poi trattenuti nei Cie di Milano e Torino e successivamente rimpatriati con due voli partiti da Malpensa.

La protesta di Milano
Visto il magro risultato di Brescia, anche la protesta di Milano sulla ex torre Carlo Erba, perde  importanza. I tre occupanti hanno resistito imperterriti anche alla notte di pioggia incessante, e senza problemi si accingono ad affrontare un’altra giornata di protesa. Anche nel loro caso, una delegazione del Comitato immigrati e la Prefettura ha attivato un iter di trattativa che al momento non ha soddisfatto le loro richieste.

Incalza la polemica a Brescia
A Brescia ora si accende la polemica delle scontri avvenuti sabato e domenica. I radicali Bernardini e Poretti dichiarano: “l’assunzione dir responsabilità da parte del questore di Brescia rispetto agli accadimenti di questi giorni dovrebbe indurre il governo ad un’attenta riflessione sulla sua capacità di saper gestire l’ordine pubblico tanto da aver trasformato una semplice manifestazione in guerriglia urbana alimentando lo scontro con ordini e disposizioni inopportune”.
Da qui la risposta del Questore di Brescia, Vincenzo Montemagno che, ribadisce in merito agli scontri:
“preordinati per alzare il livello della tensione che la città non si merita”. Anche il prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace ha risposto: “Un prefetto non può violare la legge”.
Prima della discesa dei 4 della protesta, per l’ultima volta si è alzato un coro di “Lotta dura… lotta dura”, poi un ultima cena insieme nel presidio con distribuzione di una trippa calda.

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