Il Caimano lesso, senza patate

Sempre più serrata la campagna acquisti per salvare la pelle il 14 dicembre. Ma Bossi oggi predice le elezioni anticipate. Con le drammatiche emergenze come quella della spazzatura napoletana, risolta soltanto per la propaganda berlusconiana, destinate a marcire

ROMA – Il suo nervosismo, livello e toni al diapason, le continue riunioni con i suoi maggiorenti, lo stesso ricorso alla “pasionaria nera” Daniela Santanchè, la Sarah Palin de noantri, per richiamare all’ordine gli indecisi, i finiani “border line”, tutto indica che il Caimano percepisce il bollore del pentolone dove stanno per cuocerlo gli infidi Fini e Casini, con quei “poteri forti” – la tecnocrazia – utilizzati come combustibile per attizzare il fuoco. Ma la situazione è quella che è, con i sondaggi che, come accadde nell’inverno del 2005, lo danno per sconfitto in una eventuale tornata elettorale. Il Berlusconi lessato sembra la pietanza più probabile sulla tavola degli italiani, apparecchiata e bandita dalle truppe finiane, oramai impegnate nella creazione di una destra europea, ben diversa da quella impresentabile del magnate di Arcore.

I nodi vengono al pettine

D’altronde, la conclamata incapacità del berlusconismo di risolvere qualsiasi tipo di problema si sta dimostrando in modo plastico con la vicenda dei rifiuti di Napoli. Soltanto venti giorni fa, il Caimano, prontamente recatosi nella Capitale partenopea, aveva annunciato, con quel suo modo oramai palese di dire cose che non avverranno mai –  il ridicolo “ghe pensi mi” –  la soluzione entro dieci giorni di qualsiasi emergenza. Oggi Napoli è sommersa dai rifiuti e nemmeno la percolante accusa rivolta al sindaco Iervolino di aver sabotato la raccolta è valsa a convincere i napoletani, perché il responsabile del tracollo è la gestione bertolasiana di un’emergenza discariche mai venuta a soluzione. Ora il Caimano pensa di far intervenire nuovamente l’esercito e nuovamente sta pensando a risolvere il problema con l’ennesimo commissariamento (per fortuna, Bertolaso è andato definitivamente in pensione). Se sarà necessario, ha confermato il ministro della difesa La Russa, l’esecutivo potrebbe risolvere la questione inviando più fucili nelle terre ricoperte oramai di spazzatura. La soluzione del berlusconismo morente.

Per quanto all’apparenza il Caimano si presenti ottimista e con il suo sorrisino acchiappa-femmine, la realtà è ben diversa. Bossi oggi non esclude affatto il ricorso alle urne, con il quale “il popolo può raddrizzare il governo”. Ma, come detto, i sondaggi non sembrano molto favorevoli. Una coalizione che ricordi il trascorso Ulivo (che, certo, nonostante le divisioni interne, ora appare come un gigante rispetto alla coalizione berlusconista) sembra fare incetta di voti rispetto alla diarchia Lega-Pdl. Ed è proprio questo che obbliga il Caimano a potenziare la campagna acquisti condotta per interposta persona dalla “pasionaria nera”.

New York Times: “L’Houdini italiano potrebbe non farcela”

“L’Houdini della politica italiana questa volta potrebbe non farcela”. Così il New York Times titola l’articolo della sua corrispondente da Roma sulla crisi del governo. “Negli anni, il premier Silvio Berlusconi, ha meravigliato gli italiani con i suoi poteri da Houdini per sfuggire alle trappole politiche più scaltre e si è ripreso quando tutto era contro di lui. Ma questa volta, con la crisi politica che si fa più profonda e appare destinata a far cadere il governo nel giro di settimane, qualcosa in Italia è decisamente diverso”, si legge sul quotidiano americano. Ovvero, gli ex lealisti di Berlusconi “hanno visibilmente iniziato a riposizionarsi per il prossimo capitolo”.

L’Italia continua a non essere governata

Così, con un premier che sta pensando solamente a ricompattare la sua alleanza, l’Italia sta rischiando di continuare a non essere governata, facendo marcire problemi, quali l’occupazione e la ripresa economica, sempre più incerta. Dopo oltre sei mesi, l’esecutivo ha deciso di nominare il nuovo responsabile della Consob, individuando in Giuseppe Vegas (già viceministro) la persona adatta ad occupare un posto di strategica importanza. Gli incarichi lasciati dagli ex finiani (un ministero e tre sottosegretariati) rimarranno vacanti chissà per quanto tempo, in attesa di essere utilizzati come merce di scambio per l’acquisizione di nuove adesioni parlamentari. Le conseguenze di tali azioni devastanti – come quella che ha lasciato scoperto il dicastero per lo sviluppo economico per oltre cinque mesi – poco interessano al Caimano, perché la sua unica preoccupazione è rimanere in sella per evitare i giudizi penali. E l’Italia intera sta accantonando i suoi drammatici problemi per questo.

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