Una crociera da dimenticare. “Naufragio, disastro e omicidio colposo”. Qualcuno dovrà rispondere

ROMA – Una vacanza davvero traumatica per i passeggeri che ieri sera si trovavano a bordo della Costa Concordia, la nave crociera salpata dal porto di Civitavecchia  per un itinerario nel mediterraneo “Profumo di agrumi”.

Tutto sembrta procedere in tutta tranquillità, ma verso le dieci della sera succede qualcosa di veramente anomalo, come riporta dettagliatamente il Comando generale del Corpo delle capitanerie: “Alle 22:00 circa del giorno 13 gennaio la nave da crociera Costa Concordia, di bandiera italiana, di 290 metri di lunghezza, a seguito di un sinistro marittimo, in prossimità dell’isola del Giglio, ha iniziato ad imbarcare acqua e ad inclinarsi di circa 20°.
La nave non è affondata ed è ancora in condizioni di galleggiabilità. Il comando di bordo ha prudenzialmente avviato le procedure di abbandono nave, che al momento non sono ancora terminate. A bordo si trovavano 4231 persone, di cui 1023 facenti parte dell’equipaggio. Il coordinamento delle operazioni di soccorso è stato fin da subito assunto dalla Guardia Costiera di Livorno che ha inviato sul luogo dell’incidente le proprie motovedette, unitamente a quelle della Guardia Costiera di Porto Santo Stefano, Porto Ferraio e Civitavecchia.”

Nessuno però pensa subito ad un incidente di tale proporzioni e anche i media tardano ad annunciare questa notizia che inizialmente non richiama più di tanto l’attenzione. D’altra parte com’è possibile che un gigante del mare, come viene descritta l’imbarcazione, possa affondare. Eppure è successo. La nave per via della secca ha urtato violentemente uno scoglio sul fondo a soli 500 metri dal porto, che le ha  provocato uno squarcio sulla parte sinistra della carena lungo almeno 70 metri. L’imbarcazione si è così inclinata improvvisamente quasi si stesse capovolgendo su se stessa.
Momenti di panico e terrore per i passeggeri, 3 dei quali sono morti annegati, una quarantina i feriti, due in modo grave ricoverati negli ospedali di Grosseto, Orbetello e qualcuno a Tarquinia. Alcuni, (il numero è imprecisato ndr) sarebbero al momento dati per dispersi.

Ora ci si chiede come sia potuto accadere un incidente di tali proporzioni, per di più in una zona dove dovrebbero essere segnalati dei banchi di scogli sul fondo marino come quelle de “le scole”. Problema tecnico? Errore umano? La nave – sembra confermato – fosse fuori rotta di alcune miglia e ha continuato a navigare anche dopo l’impatto.   Ipotesi su cui si sta lavorando per ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente.  La cosa certa è che dopo l’impatto la nave ha iniziato ad imbarcare acqua, tanto che qualcuno preso dal panico si è gettato in mare per il timore di rimanere bloccato sul gigante di acciaio.

E’ arrivato il black out totale facendo perdere completamente l’orientamento ai passeggeri in preda alla disperazione. Altri mentre la nave si inclinava si sono ritrovati schiacciati uno sopra l’altro e ci hanno messo ore prima di riuscire a mettersi in salvo. Per questo motivo,  secondo le testimonianze raccolte dai passeggeri, i soccorsi e l’assistenza a bordo sono risultati essere carenti, spesso inesistenti. Le testimonianze riportate dai passeggeri parlano da sole. “Caos totale”,  informazioni imprecise da parte dell’equipaggio” ,  ordini impartiti opposti l’uno dall’altro: “Chi diceva di rientrare in cabina, chi no”: Addirittura qualcuno punta il dito sul personale inadatto a svolgere i compiti che gli erano stati assegnati.  Insomma, detta così sembra che le procedure di emergenza non siano state così efficaci come avrebbero dovuto essere. Certo in casi come questi è difficile dare un giudizio su due piedi in  momenti drammatici come questo. Tuttavia, l’equipaggio  dovrebbe ricevere un addestramento consono per far fronte alle tante situazioni di emergenza che possono scatenarsi improvvisamente all’interno di un’imbarcazione civile, adibita al trasporto delle persone. Qualcuno ha raccontato  che alle 21,30 si sono verificati i primi black out dell’energia elettrica, ma il comandante attraverso l’altoparlante assicurava che si trattava di un problema al generatore.

Solo un’ora dopo sarebbe scattata la sirena ed è stato dato l’ordine di evacuazione. Perchè è trascorsa un’ora prima di abbandonare la nave? Qualcuno ha preferito arrangiarsi, probabilmente dopo aver realizzato la gravità della situazione, si è gettato in mare e poi ha nuotato fino all’isola del Giglio. E poi, testimoni parlano di disabili e bambini che a fatica sono riusciti a salire sulle scialuppe di salvataggio.

Vi sono anche dei passeggeri giunti all’Hilton di Fiumicino  dove è stata istituita una sorta di task force con personale Costa e agenti della Polizia di Frontiera che sta facendo di tutto per aiutare il rientro dei naufraghi nelle loro città di origine. Tra loro c”è chi riferisce di problemi che sarebbero stati riscontrati in alcuni giubbotti salvagente durante le fasi di abbandono della nave. “Il dispositivo luminoso del mio giubbotto salvagente che serve per permettere l’individuazione del naufrago in acqua non si è acceso”, ha detto un passeggero siciliano di una sessantina d’anni. Qualcun altro aggiunge che “i nostri salvatori sono stati camerieri e cuochi. I veri ufficiali di bordo sono stati proprio loro”.

Nel frattempo il direttore generale della Costa Crociere Gianni Onorato replica alle critiche sollevate: “Le procedure di sicurezza previste in questi casi sono state eseguite nei tempi corretti. E «corretta è stata anche  la decisione del comandante di evacuare la nave Concordia quando ha ritenuto che ci fossero le condizioni di sicurezza”. E poi aggiunge: “La repentina inclinazione della nave ha reso complicate le procedure di evacuazione”.
Secondo le informazioni della Compagnia, inoltre, i tempi di evacuazione  sono quelli previsti dalle norme e sono stati rispettati dal comandante  che, tra l’altro, è l’unico che in quel momento può prendere decisioni sui tempi e noi dobbiamo rispettarle. “Quando saremo certi che tutti gli ospiti e i membri dell’equipaggio saranno assistiti e sistemati avvieremo un’indagine approfondita per capire i motivi del tragico incidente e soprattutto far sì che la tragedia non avvenga mai più”.
Intanto la Procura di Grosseto ha aperto un’inchiesta ipotizzando i reati di naufragio, disastro e omicidio colposo.

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