Liberalizzazioni tra confusione e mancanza di regole. L’alternativa a Monti non decolla e si adegua

ROMA – La battaglia sulle liberalizzazioni continua imperterrita. Esiste un punto di domanda ed è questo: è vero che alcuni di questi provvedimenti servono a mettere un freno alle corporazioni che tanto danno hanno fatto nel tempo al paese, ma non possiamo andare da un estremo all’altro!

Così come credo sia inutile dividersi tra paladini pro o contro, questo piano “liberalizzatore”, specialmente quando c’è la possibilità di trovare un percorso che abbia un obiettivo comune ovviamente condiviso, che passa ovviamente da un modello di sviluppo assai diverso da quello che ha in mente il presidente del Consiglio Monti. Dov’è lo “Stato garante” che tutela i percorsi anche in seno alla stessa “riforma” degli strumenti economici? A quale modello di sviluppo si intende guardare? C’è stata o esiste una discussione tra Governo e Forze politiche che hanno il dovere e l’obbligo di rappresentare la volontà dei Cittadini elettori?  Non sembra proprio! Diciamo che risultano comunque maggiori gli aspetti negativi rispetto a quelli positivi, e che i negativi sono rappresentati dal fatto che è stata operata una scelta che salvaguarda solo una parte rispetto ad un’altra più consistente. Vogliamo quindi far passare come “eroe” il Professore, ex Rettore della Bocconi, solo per il fatto di non chiamarsi Silvio Berlusconi? Riprendiamo in mano la situazione e non facciamo paragoni né similitudini. Stiamo parlando di due personaggi che, ciascuno a suo modo, hanno portato e portano forti elementi di contraddizione e di negatività al paese stesso!  Credo sia importante non cadere nell’assurdo paragone sopra citato. “B.” era solo un pedina in confronto a questo politico camuffato da tecnico, e per di più alto rappresentante (anche se Lui stesso si difende contrattaccando e gridando di non esserlo) della grossa finanza mondiale.

Inutile raccontare balle, ed altrettanto non credibile la sua assurda difesa. Conosciamo pure il ruolo di Monti a livello europeo che lo colloca come Responsabile Continentale di uno dei tre gruppi finanziari più forti del mondo; ed in carica per tutto l’anno 2012!. Ma ritorniamo a noi… La “lenzuolata” di liberalizzazioni avviene in una Italia senza regole. Il Premier ha presente questo? Regole che la stessa politica organizzata ha lasciato in balia di se stesse per non rischiare l’insuccesso alle prossime elezioni.  Sarà meglio quindi che venga data un’occhiata a quello che sta accadendo tra i “fuggiaschi” che una volta rappresentavano la volontà dei Cittadini italiani. L’unico che sembra avere ancora barlumi di lucidità pare essere tal Nichi Vendola, governatore della Puglia e Presidente di SEL. Il buon Nichi ha rialzato la testa in occasione dell’Assemblea Nazionale del suo partito, tenutasi a Roma nei giorni scorsi. Le direttrici chiamate in causa dal presidente Vendola sono indubbiamente un elemento condivisibile e alternativo a quello che sta esprimendo il governo Monti; tuttavia restano molte perplessità. Vendola parla di “giustizia sociale”, di beni comuni, e della costruzione di una sinistra di governo.

I titoli dei giornali echeggiano delle sue strali verso un governo che non condivide.  “Scarica il Premier” dice rivolto a Bersani; “acceleriamo la costruzione dell’alternativa a Monti”, ed altro ancora.   Si può essere o non essere d’accordo sugli strumenti che in pratica rimarrebbero pur sempre gli stessi adoperati in questi ultimi anni dalle forze socialdemocratiche, e che a quanto si è visto, non hanno portato un contributo vincente contro il liberismo selvaggio delle destre al servizio del capitale; ma resta il fatto che la differenza (in positivo) è ancora molta, ed è certamente più attenta all’equilibrio sociale e ai bisogni del Cittadino. Lunga vita ai propositi Vendoliani quindi, ma non possiamo tacere su punti critici rappresentati dal solito tentennamento e dalla solita “benevolenza” verso un PD che dimostra giorno dopo giorno il suo appiattimento sull’operato del Professore dalla tripla targa (Goldman Sachs, Trilateral e Gruppo Bildemberg).  Anzi, forse lo stesso PD è stato tra i maggiori sponsor dell’attuale Premier! La domanda è d’obbligo: che cosa si aspetta dunque il buon Vendola da Bersani e soci? Chiede di “scardinare il potere del capitalismo finanziario” ad un partito che plaude alle liberalizzazioni; a quello stesso Bersani che è stato tra i primi fautori, nonché propositore delle liberalizzazioni. Lo chiede a chi sta dando sponda al governo affinché sia messo in discussione lo stesso Art. 18! Ossessivamente la domanda si ripete: che cosa si aspetta da questo PD?? E’ incredibile assistere ad una dinamica rappresentata da ottime intenzioni che svaniscono di fatto quando lo stesso Vendola afferma che “Non intendiamo rompere il filo rosso dell’alleanza (con il PD) per riaprire una prospettiva di governo al centrosinistra. Lo stesso Governatore della Puglia continua chiedendosi  come ha fatto un esponente del PD (D’Alema?) ad affermare che “la nostra primavera è il governo Monti”.  Per giunta rispondendosi che è inaccettabile, e che “significa avere un’idea approssimativa delle stagioni”.  L’eterna contraddizione verso l’ibrido oggetto rappresentato dall’acronimo PD, pure. I buoni propositi si fermano andando a cozzare contro un’incontrovertibile realtà. Vendola chiede e indica una ferma presa di posizione di un partito che ha le idee ormai chiare sul tipo di percorso che vuole intraprendere, o forse sarebbe meglio dire, “che ha già intrapreso”!

Si riapre una convergenza con l’altra forza attualmente in “regime di separazione” con il partito di Bersani, l’IDV.  Un po poco di questi tempi! La corsa verso il rafforzamento di quel Centro che tanto ricorda la vecchia “balena bianca” è ormai diventata più di una fantasia.
Continua la miope visione di un “vuoto a sinistra” del PD, che non si intende coprire. Il mito costituito dal fatto che vince solo chi guadagna il centro (in tutti i sensi) perdura. E diciamocela tutta, in questa nostra Italia, la presenza e l’influenza dello Stato nello Stato è ancora il sogno più ambito per chi vuole solo vincere e conquistare il potere.

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