Vertici Ue. Di vittoria in vittoria va sempre peggio

ROMA – Le conclusioni dei sempre più frequenti vertici europei, Eurogruppo e Ecofin , le due ultime riunioni, sono sempre più misteriose. Ognuno le tira dalla parte che più gli conviene.

Le conferenze stampa di Mario Monti non offrono  molto in termini di chiarezza, di concretezza. L’Eurogruppo lunedì ha discusso fino alla due del mattino. Qualcosa sarà pure accaduto per il protrarsi così a lungo di una riunione dove si dovevano metter a punto solo i “ dettagli” delle scudo anti spread, della ricapitalizzazione delle banche, del fondo salva stati, dare risposte alla Spagna che aveva chiesto di rinviare di un anno il pareggio di bilancio e  di poter ottenere una prima tranche di aiuti di 30 miliardi di euro. Le cose certe riguardano solo la Spagna che ha ottenuto quanto richiesto. Ma non si conoscono né le condizioni che sono state poste né da quale fondo vengono prelevati i miliardi. Monti parla di un “ memorandum leggero,non un memorandum plus come quello dei Paesi sotto assistenza, che sono soggetti alla Troika”. Tradotto significa il commissariamento per i paesi non “virtuosi “, quelli che non sono in regola con gli impegni preso.

Le misteriose conclusioni  di  Eurogruppo e Eurofin

 Per il resto i grandi media italiani danno le più diverse interpretazioni sull’esito di Eurogruppo e Eurofin. Diverse ma coincidenti su un punto: ancora una vittoria di Monti. In realtà  viene considerato una vittoria il fatto che siano stati confermati gli impegni presi  nel vertice di  Bruxelles di fine giugno. Si temeva che le posizioni prese da Olanda e Finlandia, Germania nel sottofondo, per quanto riguarda la lotta alla speculazione,rimettessero in discussione  tutto quanto. Ciò non è avvenuto. Tutto è rimasto congelato, i “dettagli”,le condizioni per far funzionare, il vero nodo del problema, non sono  state predisposte. Solo a settembre si comincerà a lavorare per la ricapitalizzazione delle banche. Intanto,di vittoria in vittoria, in Europa va sempre peggio. I dati sulla disoccupazione diffusi dall’Ocse, la crescita che rimane una pia illusione, sono il segno che le misure fino ad oggi adottate sotto dettatura dei grandi gruppi finanziari, dei governi conservatori non hanno sortito alcun effetto. Se non quello di disastrare paesi come la Grecia, il Portogallo ed avvicinare gli attacchi speculativi al nostro Paese. I media italiani si trovano in evidente imbarazzo. Raccontano retroscena,  danno fantasiose ricostruzioni di colloqui a due, a tre, incontri segreti di cui tutti sono a conoscenza.

Monti smentisce una sua possibile candidatura nel 2013

Poi preferiscono buttarla su Monti che smentisce le voci di una sua possibile candidatura a premier con le elezioni del 2013. Il premier ha reso noto che non intende  fare un bis anche se rimarrà in Parlamento quale senatore a vita. Ha provocato certamente una delusione in tutti coloro, i cosiddetti poteri forti, che avevano fatto conto su di lui per un governo di unità nazionale, dal Pdl al Pd, all’Udc, al terzo Polo se ci sarà ancora. Insomma una “governo della borghesia “, se  così si può ancora dire,per proseguire una politica liberista, scongiurare una politica alternativa, un cambiamento di passo. Non è un caso che il presidente di Confindustria, Squinzi, sia stato sottoposto ad un fuoco incrociato solo per  aver osato avanzare critiche all’operato del governo.

L’assemblea nazionale del Pd per costruire  il programma

Come non è un caso che  dai media che contano venga esercitata una pressione sempre più forte sul Pd e che una quindicina di esponenti dei Democratici utilizzino il Corriere della Sera per lanciare un appello pro Monti bis. Il premier si è chiamato fuori. Perlomeno per ora. E non poteva fare altrimenti visto che lo sostiene una maggioranza all’interno della quale è maggioranza, ci si scusi il bisticcio di parole il Pdl di Berlusconi, con codazzo di un teatrino ambulante che ha garantito il governo del cavaliere.  Sabato l’assemblea nazionale del Pd dovrà dare una indicazione chiara al Paese. I Democratici per bocca del segretario Bersani si sono candidati per guidare il governo del paese, un governo di alternativa. La Direzione ha approvato la relazione del segretario con voto unanime. Ora è il tempo che il Pd apra il cammino per costruire il programma, farle diventare tema di una discussione che coinvolga movimenti, associazioni, forze politiche disponibili per una coalizione di governo. Non c’è più tempo da perdere. 


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