Draghi. Commissariati i paesi che chiedono aiuti

ROMA – No, le borse non sono ubriache o, come avrebbe detto Mario Monti in colloqui privati riportati con le solite “ virgolette”dal vicedirettore di Repubblica, “ comportamenti irrazionali”.

A prima vista sia “ubriache”, “euforiche”” irrazionali”, “ sangue il giovedì, champagne il venerdì” , sempre leggendo Massimo Giannini che ricostruisce la “ due giorni” dei mercati  in seguito alle dichiarazioni del presidente della Banca centrale europea sembrano azzeccate. Draghi non aveva ancora finito di illustrare quanto deciso o meglio non deciso, rinviato se non accantonato,dalla Bce in merito alla lotta alle speculazioni, al cosiddetto “ salva stati”, all’acquisto di titoli. Chi attendeva, il mercato appunto, il seguito di quel grido “ faremo di tutto per salvare l’euro” che il capo della Bce aveva fatto risuonare a Londra, era rimasto deluso. Certo Draghi aveva affermato che “ l’euro è irreversibile”. Ma non bastava. Intanto aveva gelato gli investitori che attendevano  un ribasso dei tassi , anche a rischio inflazione. Dice il premio Nobel nel 2010. “ Se oggi nell’Eurozona è di poco superiore al 2%, può tranquillamente salire al 3-4%, anzi sarebbe di beneficio.”  Per quanto riguarda l’acquisto di bond Draghi, è vero, non aveva escluso. Anzi.  Aveva annunciato che ci sarebbero volute alcune settimane per  mettere a punto le misure necessarie.  Si  sentiva odore di bruciato. Anche perché,sempre in quelle settimane, poteva succedere di tutto.Di più: i ministri finanziari dei 17 paesi membri della Ue si rivedranno il 3 settembre a Bruxelles quando Draghi, coincidenza non singolare, si presenterà alla Commissione Ue. Insomma un agosto al calor bianco.

La  “due giorni” dei mercati non ha niente di irrazionale. Purtroppo

 E subito arrivava la risposta del mercato, entità non astratta, ma ben individuabile nei grandi gruppi, dei fondi di investimento,che operano nell’economia globale. Borse giù, su lo spread.   I media, solo alcuni in verità e non quelli italiani, annunciavano che la Bundesbanck aveva vinto,  aveva bloccato il presidente della Bce,insomma una retromarcia, o ad essere benevoli, uno stop. Ma nella tarda serata arrivava il contrordine. Lo stesso Monti faceva presente che non si tratt6ava di uno stop, anzi Draghi aveva ottenuto un importante successo facendo passare la linea che le decisioni adottate nella lunghissima, contrastata, fatidica ormai, riunione del Consiglio Ue di fine giugno doveva trovare rapida soluzione. Tutti, quindi anche il giovane presidente della Bundesbank , Wiedmann,si erano dichiarati d’accordo in via di principio.. Di  più, Draghi aveva parlato di intervento non convenzionali,insomma un ben di dio sarebbe piovuto sulle economie in difficoltà. Spagna e Italia in primo luogo. E avveniva così il miracolo: il mercato si ricredeva,sì abbiamo sbagliato, una specie di mea culpa e via spread in calo, Borse con la baionetta alzata, verso nuove grandi mete. Pensate, il tonfo di giovedì era stato pesante, il balzo di venerdì non solo aveva recuperato il terreno perduto, ma era andato oltre. Ma non è oro tutto quel che riluce. Monti lo sa bene. Comprendiamo che abbia dovuto fare buon viso a cattiva sorte. Ma la realtà, oggi lo dicono a chiare lettere economisti, delle diverse scuole di pensiero, è ben diversa. Gli investitori, meglio gli speculatori, hanno letto bene il messaggio di Draghi. Ha usato una parolina che ha messo in allarme il premier italiano, quello spagnolo e  non solo. Dice Draghi che l’intervento dovrà essere richiesto dai paesi e già questo significa che non sarà la Bce ad assumere in prima persona l’iniziativa di acquisto di bond, cosa per la quale si era battuto Monti e come traspariva dalla dichiarazione di Bruxelles anche se da parte tedesca, la Bundesbank,  ma anche autorevoli ministri, con l’aiuto dei finlandesi in particolare, faceva capire che non esistevano “ automatismi”. Anghela Merkel, in vacanza in Alto Adige restava silente.

La Bundesbank ha giocato un ruolo fondamentale bloccando la Bce

 E passi questo annuncio ufficiale. Monti infatti si affrettava a dire che l’Italia non aveva bisogno di chiedere l’intervento e quindi non c’era ragione di vendere la pelle dell’orso prima di averlo catturato. Del resto tutti avevano votato a favore nel board della Bce. Era stato contrario solo il presidente della Bundesbank, anche se in via di principio era stato d’accordo, ma l’altro membro tedesco, un esponente del partito socialdemocratico, per di più indicato dalla Cancelliera, aveva votato a favore. Che volete di pìù ?. Tanto che i tg facevano rilevare che la grande banca tedesca era rimasta isolata. Sciocchezze perché senza l’assenso di Weidmann , il “cliente” più facoltoso, non si può muovere foglia.  La realtà è che Draghi, fra le righe, buttata là quasi comne un inciso diceva che i paesi che chideranno l’intervento del fondo salva –spread  saranno chiamati a sottoscrivere nuove “ condizionalità” . Parola gergale, molto in uso da qualche anno nella Unione europea. Applicata per la prima volta nei confronti degli agricoltori i quali dovevano rispettare alcuni precisi impegni per ottenere i contributi.   Ai paesi che chiederanno l’intervento anti spread ferrano chiesti precisi impegni. Insomma saranno commissariati. Ciò che volevano Merkel e Weidmann. Monti entra in fibrillazione: già abbiamo assolto agli impegni, pensioni, riforma del lavoro, spendine review non bastano?. No, non solo non bastano, ma ipotecano anche il futuro, già abbastanza ipotecato dal fiscal compact.  Un argomento in più per chi si batte, anche in vista delle  elezioni di primavera, perché la politica torni ad essere protagonista delle scelte economiche e sociali, legittimata da scelte democratiche degli elettori. E non le tecnocrazie  di Bruxelles e Francoforte.

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