A Rosario Crocetta chiediamo

PALERMO – La Sicilia ha bisogno di cambiamento urgente, contro il declino morale e politico. E’ essenziale ripartire con concretezza e speranza. Dobbiamo superare la frammentazione esistente che ha prodotto l’isolamento della nostra regione, l’atomizzazione della società siciliana e un clientelismo diffuso nel governo di tutte le articolazioni  amministrative regionali.

POLITRICA

Ricostruire la speranza è l’unico vero antidoto ai nostri mali, significa passare dall’economia e dalla società dello scambio e dei diritti all’economia e alla comunità della solidarietà e della reciprocità.
Per superare la sfiducia diffusa nei confronti delle istituzioni e della politica bisogna innovare la classe politica fortemente compromessa con interessi mafiosi e oramai totalmente estranea ai bisogni dei cittadini. Pensiamo che le forze politiche e sociali sane della nostra regione debbano assumere un nuovo protagonismo e sollecitare un autentico rinnovamento che introduca nel dibattito elettorale delle regionali temi fondamentali su cui è necessaria un’autentica stagione di riforme. Fondamentale è iniziare un percorso partecipato che punti alla stesura di nuove norme in tutti i settori fondamentali del governo regionale.

Linee di programma di “Laboratorio politico per la sinistra”

 
Si tratta di un progetto ambizioso , obbiettivo di “Laboratorio  politico per la sinistra,”  che si fonda su un inedito coinvolgimento orizzontale dei siciliani. Affiancare alla democrazia rappresentativa una istituzionalizzata democrazia partecipativa dal basso. Siamo certi che Rosario Crocetta presidente possa essere garante e animatore di questo percorso. Dalla Sicilia si deve levare una voce di cambiamento radicale e di rottura con tutti gli schemi clientelari che hanno forgiato le politiche degli ultimi governi regionali.
A Rosario Crocetta chiediamo di interpretare con forza questa metamorfosi politica a partire dal progetto e dalle linee programmatiche per la costruzione di una nuova Sicilia.

Una solida politica industriale e della ricerca

L’urgenza è dotarsi di una solida e duratura politica industriale e della ricerca capace di incidere fin da subito sui vari segmenti industriali in crisi. Servono profonde riforme nella formazione e nei sistemi infrastrutturali strategici: difesa del suolo, energia, mobilità, acqua, rifiuti, servizi eco-sistemici, servizi a rete con lo sviluppo della banda larga, l’apertura dell’aeroporto di Comiso, l’ammodernamento del sistema ferroviario siciliano.
Queste scelte possono contare su analoghe politiche anche europee e devono stimolare una riforma del sistema creditizio siciliano in grado di combattere l’accumulazione passiva,   difesa del risparmio  per sostenere  le imprese, gli enti locali, le famiglie,i giovani.

Sempre più strategico il ruolo del pubblico

Va avviata una riforma generale dello sviluppo. Il ruolo del pubblico è sempre più strategico e funzionale alla regolazione e alla programmazione, ma va sburocratizzato nelle procedure e vanno eliminate sovrapposizioni di competenze. La ricostruzione è connessa da una riforma generale dello sviluppo e la “green economy” indica molte delle politiche indispensabili per il rilancio dell’economia reale, dell’industria e dell’agricoltura, indica la via  per la trasformazione del sistema energetico, della mobilità e dei servizi a rete, incide positivamente sulle economie locali, sulla valorizzazione delle eccellenze e tipicità regionale, tutela i beni comuni come l’acqua e il paesaggio, valorizza i beni artistici e culturali.
Interi Segmenti economici potranno essere sollecitati e incentivati  all’innovazione con il conseguente incremento dell’occupazione e della competitività. E’ giunto il momento di riformare il PEAR definendo un piano decennale regionale per l’efficienza energetica, superare gli obiettivi attuali e adeguarli a quelli europei indicando le priorità nel piano di produzione energetica regionale per programmare il fabbisogno e il passaggio nei prossimi 20-30 anni dalle fonti fossili (carbone, petrolio, gas) alle fonti rinnovabili (solare, eolico, biomasse) tutelando i terreni agricoli e il paesaggio. Si stima la crescita di occupazione per oltre 5.000 occupati nel prossimo decennio. Favorire nella transizione l’uso del gas è strategico ma vanno diversificate le forniture e bisogna fermare le trivellazioni off shore in quanto prive di una reale verifica strategica di rapporti costi benefici. A ciò va abbinato un programma regionale di formazione giovanile per professioni collegate al nuovo sistema energetico.

 L’idea di città siciliane sostenibili

 
E’ indispensabile sostenere i percorsi virtuosi e l’idea di città siciliane sostenibili. Così come è improcrastinabile realizzare dopo quarant’anni la riforma urbanistica per il governo del territorio e una programmazione di qualità introducendo i principi di riduzione del consumo del suolo e dell’inquinamento. In questo quadro dovranno essere utilizzati strumenti e finanziamenti per “social housing” per il diritto alla casa per giovani coppie, anziani, studenti e lavoratori immigrati che hanno bisogno di abitazioni con un affitto accessibile. Una priorità per il fragile territorio siciliano è la sua messa in sicurezza e la difesa del suolo da programmare come la più grande opera pubblica. Così come senza tentennamenti occorre muoversi nella direzione del controllo pubblico del sistema idrico per tutelare il bene comune acqua e per garantirne il diritto.

Nel nome di La Torre una Sicilia di pace

Infine un  modello di società del riciclo dei rifiuti determina l’attivazione di un nuovo segmento industriale: progettazione delle merci, raccolta, riuso, trattamento, trasformazione in nuova materia prima da utilizzare nei cicli industriali produttivi all’interno di “distretti industriali del riciclaggio” da realizzare anche in Sicilia. Per quanto riguarda il sistema sanitario siciliano  occorre liberarlo dal ramificato sistema clientelare e affaristico-mafioso per restituire agli enti locali, ai cittadini e al personale sanitario il controllo dal basso delle Aziende sanitarie locali finalizzato alla garanzia di un diritto alla salute capillare efficiente e diffuso.
Nel nome di Pio La Torre infine va rilanciata l’idea di una Sicilia protagonista in un Mediterraneo di pace contro la militarizzazione del territorio rappresentata del MOUS di Niscemi la cui implementazione va fermata senza indugi.

 

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