Unione Bancaria, cartina di tornasole della democrazia europea

ROMA – Costruire una vera Unione Bancaria Europea è un imperativo politico se si vuole stabilizzare la Zona Euro.

Pilastro della nuova unione bancaria deve essere la supervisione del sistema bancario nelle mani della Banca Centrale Europea su cui il Parlamento Europeo sta lavorando in queste settimane.
Questa misura  accresce infatti  l’omogeneità della zona Euro supera  la segmentazione del settore bancario su base nazionale e pone le basi per recidere  il legame tra rischio bancario e il  rischio sovrano.

Vi sono tuttavia alcuni temi che meritano maggiore chiarezza. In primo luogo, è importante chiarire l’ambito di applicazione della supervisione bancaria: si applicherà solo ai Paesi dell’Eurozona o a tutti i paesi dell’Unione Europea? E ancora, riguarderà tutti gli istituti bancari o solo i più rilevanti dal punto di vista dell’esposizione internazionale?
Sul primo punto la risposta non è facile: da un lato infatti applicare la supervisione bancaria soltanto a livello di Eurozona appare logico e giusto in quanto  paesi con la stessa moneta necessitano di maggiore integrazione, dall’altro, invece, limitarsi all’Eurozona vuol  dire escludere Londra, cioè il principale centro bancario europeo dalla nuova disciplina.

Riguardo alle banche a cui la supervisione si applicherebbe, va sostenuto l’approccio universale secondo il quale la BCE sarebbe responsabile per tutte le banche europee. Bisogna tuttavia prevedere una differenziazione tra le grandi banche internazionali e quelle locali. Pensiamo davvero che sia giusto mettere sullo stesso piano colossi come la Deutsche Bank e le casse di risparmio di piccoli paesi? Su questo punto serve una maggiore attenzione alle realtà locali attraverso un coinvolgimento delle banche centrali nazionali.

La questione dell’ Unione Bancaria e, in particolar modo, del ruolo della BCE tocca poi un tema centrale per l’avvenire dell’Europa. Sullo sfondo, si pongono infatti le questioni della responsabilità e trasparenza della BCE.
La crescente concentrazione di poteri nelle mani della BCE non sembra essere compensata da un’ adeguata responsabilità e trasparenza.

La proposta di regolamento sulla supervisione bancaria della BCE prevede che quest’ultima sia responsabile dinanzi al Parlamento Europeo e al Consiglio.
Tuttavia non è chiaro  come si sostanzierà nei fatti questa responsabilità verso il Parlamento.
Il Parlamento Europeo sarà infatti  escluso dal processo di nomina dei rappresentanti del nuovo organo della BCE incaricato della supervisione europea.

La trasparenza della BCE va anch’essa rafforzata in particolare per quanto riguarda l’accesso pubblico ai documenti della BCE  e la partecipazione dell’istituto di Francoforte al registro europeo della trasparenza.

La costruzione di un’unione bancaria europea non costituisce una semplice misura di stabilizzazione monetaria. Essa è infatti la cartina tornasole dello stato di salute della democrazia europea, delle sue tendenze e dei rischi futuri.

Rafforzare la BCE è una scelta importante ma ciò non può avvenire a scapito della trasparenza e responsabilità della democrazia europea. La comprensibile urgenza di dare risposte alla crisi bancaria non può diventare il pretesto per fughe in avanti che indeboliscono i meccanismi democratici di controllo. I socialisti e i democratici europei si opporranno senza indugi a qualsiasi tentazione tecnocratica.

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