Epifani per riportate il Pd sui giusti binari

ROMA – Se un marziano sbarcava  alla Nuova Fiera di Roma, entrata Nord, padiglione numero 10, avrebbe trovato  giovani  e anche qualche anziano, non tanti che discutevano animatamente con uomini e donne che entravano ed uscivano da un grande ingresso con tanto di cartellini al collo, delegati, invitati, stampa, partecipanti all’Assemblea nazionale del Pd.

Alcuni giovani portavano una maglietta con scritto siamo più di 101, per ricordare che  loro gli “occupy Pd” sono molti di più di coloro che nel segreto dell’urna hanno affossato prima Marini, poi Prodi candidati alla presidenza della Repubblica. Ed hanno cambiato il corso della storia come ha detto qualcuno. Forse sarà esagerato ma quello della cronaca lo hanno cambiato di sicuro,tanto che è nato il governo Pd-Pdl. Invece poteva nascere un governo Bersani, magari di minoranza , magari si andava a cercare i voti in Parlamento, al Senato, magari non ce la faceva, ma  il Pd non veniva meno all’impegno preso con gli elettori , quello di non fare alleanze  con Berlusconi, innaturali,  a dir poco. Il marziano avrebbe capito che qualcosa non andava per il verso giusto solo dalla  presenza di “ occupy Pd”, alcuni poi sono entrati nella grande sala congressi, consegnando un loro documento, hanno svolto anche un intervento. Ma avrebbe visto e ascoltato interventi di ministri, viceministri, sottosegretari, presidenti dio Commissioni di Canera e Senato, Sindaci, presidenti di regione, perfino il presidente del Consiglio. Un grande partito,  senza dubbio, Sentendo gli interventi avrebbe avuto la sensazione di una forza politica nel pieno del vigore, certo discute, fa autocritica, si confrontano le idee, pacatamente. C’è un segretario dimissionario, Pier Luigi Bersani che raccoglie il più nutrito  numero di applausi.

La forza istituzionale del Pd è anche il suo tallone d’Achille

Se ne elegge uno, Guglielmo Epifani, che viene  dalla Cgil di cui è stato segretario generale, un sindacato che conta quasi sei milioni di iscritti, poi è stato eletto deputato del Pd ed ora presiede la Commissione attività produttive della Camera.  Si presenta con un discorso pacato, ma fermo.  “ Ricostruiamo il Paese “ e “ bisogna fare in modo che, ognuno per sé e poi per tutti,  considerare questo progetto ( quello del Pd  ndr) che non ha una lunga storia ,di stare in campo  per  un lungo periodo. Questa storia deve avere un grande futuro”: sono questi i due grandi obiettivo che il  candidato segretario indica mentre è ancora in corso lo scrutinio che lo vedrà eletto con circa l’85% dei voti .  E tanti interventi di grande interesse, di una forza politica che guarda avanti, che non ha paura di dar vita ad un governo di necessità, non vi erano altre soluzioni,  se non il ritorno al voto con una legge il cui autore definì una porcata,  da  qui il porcellum, L’avversario di sempre diventa alleato provvisorio perché la crisi economica, la recessione morde, creare disoccupati, povertà, lascia i giovani a casa, le imprese chiudono, la corruzione, fenomeni mafiosi entrano nei gangli della società, il Parlamento ha perso credibilità, i partiti ancor più. L’alleanza, quindi, con l’avversario di sempre, quello che ha prodotto, in prima persona,  danni enormi al Paese, il cavalier Berlusconi pluri condannato che resta impavido alla guida di un partito che nella magistratura vede acerrimi nemici, quasi golpisti contro il loro capo. Il paradosso è che proprio quella forza istituzionale  messa in campo alla Nuova Fiera di Roma è il tallone di Achille dei Democratici.

Il “ vizietto” di parlare  nel segreto dell’urna

 E’ stata “ conquistato” con una sconfitta politica che ha sconquassato il partito. Sconfitta perché l’obiettivo della vittoria sembrava a portata di mano. Certo il Pd è risultato il primo partito, con pochi voti in più del Pdl, una grande  maggioranza  alla Camera, non al Senato. E il partito si è diviso, sono riemerse correnti, aree, sottocorrenti, spifferi, ognuno per sé, si sono buttati giù dalla torre Marini, poi Prodi, costringendo, di fatto, Bersani alle dimissioni. Incapaci perfino a trovare un segretario, divisi su tutto, una girandola di nomi, la mattina comparivano,la sera scomparivano. Alla fine l’accordo è stato trovato grazie alla generosità di Guglielmo Epifani. “Non ho cercato questo incarico-dice- e comunque di fronte  alla sollecitazione avuta da tante parti del partito dico che non potevo sottrarmi”. Ed Enrico letta, il presidente del Consiglio, ancor prima del voto aveva  affermato: “ Se sarà confermata dal voto l’elezione a segretario, e non aggiungo aggettivi, di Epifani è una buona notizia per il governo”. Già perché proprio dall’interno del Pd alla parola segretario si  è aggiunto “ reggente”, traghettatore”, quassi un passeggero in transito. Ecco, il  “ vizietto” del Pd che riemerge e può disgregare il partito. Nel corso degli interventi , tanti, interessanti, critici, con lo sguardo nin avanti non c’è stato alcuno che si sia opposto alla elezione di Epifani. Ma, nel segreto dell’urna,  fra schede bianche e nulle si contano 135 “ dissensi”. Certo Epifani ha avuto un largo consenso, 458 voti. Ma quelle bianche e nulle significano che il cammino verso il congresso fissato  entro ottobre non sarà facile. Riportare il Pd sui binari giusti è impresa non da poco. Ma  ne va del futuro non solo del partito, ma del Paese.

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