Berlusconi alla difesa del porcellum. Chiamato in causa Napolitano

ROMA – Il Pd si scrolla di dosso timidezze e incertezze e mette paletti per quanto riguarda una delle questioni prioritarie, la riforma elettorale. Intende far contare i propri voti in Parlamento. 

Con le modifiche  che si intenderebbe apportare al porcellum”secondo quanto dichiarato da Brunetta, smentito da Franceschini si darebbe vita, dice il segretario del Pd, Guglielmo Epifani – ad una “ legge palude, si farebbe  il gioco di Berlusconi.Niente da fare.” Il cavaliereha sentito l’odor della pugna,avvisato dai sondaggi , non solo da quelli  effettuati dalla sua amica Alessandra Ghisleri che lo danno come primo partito  e ,con la Lega, avanti di alcuni punti rispetto ad un  centro sinistra che deve riparare i cocci . Non ha  alcuna idea . di abrogare la legge attuale, tornando al “  mattarellum”. Ha bisogno    del  “porcellum”. Ne può fare ancora uso, quando riterrà opprtuno staccare la spina al governo ed andare a nuove elezioni per tornare alla presidenza dl Consiglio. Non è un caso che proprio mentre il Pd mette le mani avanti e dice che il “ porcellum” va cambiato radicalmente, meglio sarebbe  subito la nuova legge  elettorale, arriva,con una intervista  del tuttofare di Berlusconi, Paolo Romani,  un aut aut.  Addirittura per dare ancora maggiore autorevolezza  al diktat chiama il causa il Presidente della repubblica, Giorgio Napolitano al governo. “ E’ impossibile staccare la spina al governo-dice-<e il motivo è chiaro. Noi abbiamo un patto con il Capo dello  e la crisi non si può fare in modo imprevisto”. “ Ancora:“ Se non vengono attuate le misure su cui Letta ha incassato la fiducia “inevitabilmente il governo è destinato a saltare.

Romani (Pdl) Un patto con il  Quirinale. Sarà il cavaliere  a decidere quando far cadere il governo

Ma “ il patto con il Quirinale lo ha siglato Berlusconi e non saranno i nostri al governo  a dichiarare o meno esaurita questa questa fase. Sarà Berlusconi”.  Romani , forse si accorge  di aver aver commesso un att molto grave parlando di “ patto con Napolitano” e si corregge spiegando che  parla di patto con il Capo dello Stato perché  ha accettato la sua riconferma “a patto che si facesse  un governo di larghe intese. Ma questa “postilla” non rende meno grave l’aver chiamato in causa Napolitano per bassi interessi di bottega, quella del suo capo, il cavaliere.
I punti non negoziabili per tenere in piedi Letta

Con questa intervista  di Romani, Berlusconi gioca forse l’ultima carta per non cambiare più di tanto la legge elettorale e porre con forza quelli che sono i “ punti non negoziabili” per tenere in piedi il governo. Questi punti non negoziabili  sono quelli del programma con cui è andato alle elezioni. di Berlusconi., quelli e solo quelli contano. Guai al Pd s chiede una “par condicio” come si conviene fra alleati. Ha tentato di far mettere in coda la questione, prima la riforma della Costituzione,  con tanto di referendum.  Un trucco che anche i bambini potevano scoprire .Forse alcuni parlamentari e non solo i berlusconiani erano rimasti affascinati di cambiare volto alla nostra democrazia. Ma l’obiettivo era chiaro: tagliare la spina al governo quando più faceva comodo al cavaliere ed andare al voto con il porcellum. Il giochino non ha retto. Lo stesso presidente del Consiglio più volte si era pronunciato sulla necessità di evitare che si possa  tornare al voto con questa legge e quindi apportare subito  alcune modifiche, per poi approvare una nuova legge nel quadro delle riforme costituzionali. Un compromesso faticosamente raggiunto e messo nero su bianco nel vertice di maggioranza tenuto a Palazzo Chigi, presenti Letta, i ministri Quagliarello e Franceschini, i capigruppo dei partiti di maggioranza.  E qui  arriva il diktat del Pdl. Il cavaliere manda avanti uno dei “falchi”, Brunetta,il quale non aspetta altro, freme,  quasi un  orgasmo al solo pensare di tirare un brutto scherzo al Pd. Hai voluto cambiare subito il porcellum. Bene, si può fare con un ritocco “ minimalista “ alla legge.

Una uscita infelice del presidente del Consiglio

Tanto minimalista che di  non si cambia niente. Di fatto solo uno sbarramento al 40% per ottenere  un premio di maggioranza di una cinquantina di parlamentari , meccanismo valido sia per la Camera che per il Senato.  Resta in particolare la lista bloccata, cosa  cui Berlusconi non intende rinunciare. Del resto era stato lo stesso Letta a dire che da subito sarebbero stati apportati “ piccoli cambiamenti “ al porcellum,  annusando che  si stava andando incontro a rischi sulla tenuta della maggioranza.  Una uscita infelice perché quella parola “ piccoli” è stata subito utilizzata ., fatta passare come accordo  di maggioranza. Questa è la partita che si sta giocando sulla legge elettorale.  Quella  modifica con la quale si introduce il quorum del 40% non fa altro che peggiorare la situazione. Difficilmente una forza politica o una coalizione riuscirebbe ad ottenere la maggioranza alla Camera e al Senato.  Quindi  non resterebbero che “ le larghe intese” con Berlusconi ancora a dettar legge e, forse, di nuovo presidente se il centrodestra prendesse un voto in più del centrosinistra, ammesso che ci sia. Addirittura se andasse in porto, il cavaliere lo dà per fatto, l’accordo con Monti e quello che resta della lista messa in piedi dal professore,  sarebbe  vicina la possibilità di superare l’asticella del 40%.

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