La casa è “Sacra” per chi ce l’ha, “Profana” per chi l’ha in affitto

Foto di Giuseppe Matese

Foto di Giuseppe Matese

ROMA – Non siamo certo favorevoli a nessun tipo di violenza, ma va detto che oggi davanti a Montecitorio è giunto una moltitudine di esclusi da un diritto fondamentale che dovrebbe essere garanzia per tutti, ovvero la casa.

E in questi periodi di  profonda crisi economica, grazie soprattutto a politiche incapaci di dare risposte ai cittadini, la situazione abitativa rischia di esplodere tra quelle classi sociali, i cui diritti si stanno sempre più assottigliando, al centro di una vertenza diventata una vera e propria piaga sociale.

Sì, perchè la casa oggi giorno è, ahimè, un lusso per pochi eletti, una chimera, se non addirittura un sogno irrealizzabile che si allontana sempre di più dal desiderio collettivo, considerando i costi fuori da ogni logica del buon senso. Insomma non tutti si chiamano Scajola e possono ritrovarsi improvvisamente una casa con vista al Colosseo senza sapere chi l’ha pagata.  Ma non è tutto. Ancor più grave è l’avere un tetto sopra la testa e non poterselo più permettere col rischio di ritrovarsi in condizioni di assoluto abbandono da parte delle istituzioni. Nel vortice di questa crisi, infatti, sono tantissime le persone con sfratti esecutivi per morosità, con affitti insostenibili  da onorare cresciuti negli ultimi 10 anni anche del 200%.

Dal prossimo 1 gennaio, promette il governo,  partiranno due nuove fondi operativi  di 100 milioni di euro per l’emergenza abitativa, ovvero per sostenere gli affitti delle famiglie meno abbienti, mentre 50 milioni saranno stanziati per le cosiddette morosità incolpevoli. Ma basterà a risolvere a una situazione divenuta insostenibile? 

Di sicuro il governo questa volta non potrà più far finta di ignorare questo delicatissimo problema. E non solo dovrà dare delle risposte efficaci, ma ancor prima dovrà aprire un confronto con tutti i movimenti che lottano per il diritto alla casa addentrandosi nel cuore delle mille sfaccettature che costellano questa realtà complessa. Parliamo, peraltro, di un diritto garantito dalla stessa Costituzione Italiana, attraverso gli articoli 42 e 47 che  stabiliscono il principio della finalizzazione della proprietà privata e del risparmio popolare allo scopo, riconosciuto di sociale rilevanza, di agevolare l’accesso all’abitazione. Un precetto costituzionale, che non trova tuttavia un  riscontro oggettivo nella realtà.  

Insomma, diciamolo senza false retoriche,  il diritto all’abitare non è mai stato in Italia una prerogativa politica  che ha reso questo bene accessibile a tutti senza discriminazioni. I piani abitativi di residenza popolare sono ormai scomparsi dal vocabolario dei piani regolatori, e hanno lasciato spazio ad una speculazione edilizia che ha arricchito pochi eletti a danni di molti altri. L’articolo 25 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo è addirittura illuminante sulla questione casa: “Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà”.

Diritti sacrosanti che non si riscontrano nei fatti delle politiche abitative, almeno in Italia. Insomma il disagio abitativo è una realtà al centro della crisi economica che non può essere più ignorata.   Proroghe a parte, nel 2012 le nuove esecuzioni per morosità sono state ben quasi 68 mila, le richieste oltre 120 mila e gli sfratti eseguiti quasi 30mila. 

Di questo passo rischiamo veramente di creare un esercito di senza tetto, colmi di rabbia. Oggi, spiccava un cartello tra i manifestanti: “Onorevoli signori, la casa è “Sacra” per chi ce l’ha in proprietà…E’ invece “Profana” per chi l’ha in affitto”. Più chiaro di così.

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