Vergogna, il pregiudicato ordina, Renzi si accuccia

 

ROMA – Berlusconi ordina, Renzi si accuccia come un qualsiasi Dudò. Che l’emendamento per la parità di  genere, con il voto segreto sarebbe stato bocciato era chiaro. Solo dei creduloni potevano pensare che le  donne in bianco vestite,  l’avrebbero avuta vinta.

La trappola era stata ben preparata nelle stanze della maggioranza, del Pd in particolare. Il governo si era chiamato fuori rimettendosi all’aula. Un primo punto a favore di Berlusconi. La maggioranza se ne lavava le mani, dando via libera agli appetiti  del capo di Forza Italia che, assolutamente, non poteva perdere il controllo sulle nomine dei deputati. Di seguito  il Pd e gli altri partiti della maggioranza lasciano  libertà  di coscienza ai deputati. Un segnale molto chiaro che si doveva rigare dritto, che un voto in senso contrario al volere di Berlusconi, non sarebbe stato gradito.  

L’assurda scelta del Pd di lasciare “ libertà di voto”

A “dare” libertà di voto era stato il giovane capo gruppo, Speranza, mentre la minoranza chiedeva di indicare “ la linea “, il sì agli emendamenti.  Ora, visto l’esito disastroso, dovrebbe avere perlomeno il pudore di dimettersi. Siamo certi che non lo farà. Se ci sbagliamo chiediamo perdono. La improvvisa decisione  si andava ad aggiungere alle tante voci su pressioni esercitate da onorevoii, si fa per dire, di stretta marca renziana. Si è parlato addirittura di messaggini in cui si faceva presente ad alcune deputate che se avessero votato  i tre emendamenti  a tutela della parità di genere il governo sarebbe cauto e si sarebbe tornati al voto. Ovviamente queste  “ voci” sono state smentite ma nessuno ha spiegato perché questa libertà di voto che si “ concede” per vi casi di coscienza. Qui la coscienza non c’entrava per niente. Si trattava difendere una conquista non solo delle donne ma della intera società italiana, conquista sancita dalla Costituzione. Speranza dovrebbe , ora motivare, questa scelta vergognosa. Tanto più che proprio la direzione del Pd aveva approvato  per quanto riguarda le candidature del Partito il meccanismo che garantisce la parità di genere.

Il premier-segretario al danno aggiunge la beffa

Renzi, senza neppure un filo di rossore sulle guance, annuncia che comunque il Pd nella sue scelte dei candidati rispetterà l’alternanza. Al danno si aggiunge la beffa. Inutile dire che i soci di maggioranza addirittura sono fra coloro che, insieme a Forza Italia, hanno chiesto il voto segreto, che i grillini hanno votato contro, questo o quello. Il dato è chiaro, non consente vie di uscita: i deputati del Pd sono 293. I tre  emendamenti sono stati bocciati, uno dei quali  sembrava addirittura concordato con Forza Italia:  la parità di genere con 335 no e 277 sì, l’alternanza nei capilista 344 no contro 214 sì, la soglia minima di  rappresentanza del 40% con 298 no e 253 a favore. Una cosa deve essere chiara: non è stata una sconfitta delle donne. Già il fatto che siano state raccolte novanta firme di deputate dei due schieramenti è un elemento di civiltà politica. L’Aula di Montecitorio  che si tinge di bianco, il bianco di un vestito, di una sciarpa, di una gonna, di una maglietta ,rendono più “calda”” questa Aula così fredda, così solenne. Sono le donne che riparano allo sfregio alla democrazia di cui  massima responsabilità la porta il Pd di Matteo Renzi. Lo fanno anche nel nome degli uomini. 

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