Il rifugiato è un privilegiato?

ROMA – L’Italia è un Paese strano in cui si confondono frequentemente i concetti di diritto, privilegio, favore. Capita ad esempio che, nel richiedere che un proprio diritto venga rispettato, ci si senta a disagio. Si ha l’ impressione di dar fastidio agli altri i quali, nel rispettare i tuoi diritti, pare ti facciano un favore.

L’Italia è poi il paese dei privilegi acquisiti al di fuori della legge, per consuetudine, potere, collusioni mafiose. Negli ultimi tempi si è diffusa l’idea che gli immigrati nel loro complesso, e i rifugiati in particolare, siano dei privilegiati, a causa di una sorta di “buonismo italico”. In realtà a monte non c’è nessun buonismo e nessun favore: stiamo parlando di diritti umani fondamentali. Purtroppo sul tema dell’ immigrazione si fa poco approfondimento e molto sensazionalismo da due soldi. Nell’ambito della comunicazione pare non esista immigrazione al di fuori delle notizie di cronaca nera. La figura dell’ immigrato si sovrappone a quella del delinquente. Proviamo a mettere un poco di ordine. Occorre innanzi tutto distinguere lo status dei rifugiati da quello dei comuni migranti. Riguardo a questi ultimi, se state pensando che la gente dovrebbe stare al Paese suo, potreste un attimo riflettere sul vostro bisnonno che partì per l’America o su vostro nipote laureato che è andato a lavorare in Germania. Gli italiani non sono mai stati al Paese loro. Coloro che abbandonano la nazione di origine per venire qui avranno un buon motivo per farlo. Spesso sopravvivere al viaggio è un terno al lotto: settecento persone sono morte nel 2013 nel canale di Sicilia. I rifugiati hanno avuto una ragione in più per lasciare il loro paese d’origine: lì non potevano proprio starci. Infatti il rifugiato politico è una persona che “…temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova al di fuori del Paese di cui è cittadino…” (Convenzione internazionale del 1951 sullo status di rifugiato). Il rifugiato è  dunque un individuo vittima di gravi violazioni dei diritti umani fondamentali. La dichiarazione universale dei diritti dell’ uomo (1948) a tal proposito, all’articolo 14, afferma che: “Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni”. Se pensate che un individuo del genere possa essere un privilegiato, nel senso comune del termine, invidio la vostra fantasia. Oltre allo status di rifugiato, definito nella convenzione del 1951, la “protezione internazionale” (direttiva  83/2004,  95/2011) prevede anche lo “Status di protetto sussidiario”. Può ottenere tale status un “…cittadino straniero nei cui confronti sussistono fondati motivi di ritenere che, se ritornasse nel Paese di origine (…) corrererebbe un rischio effettivo di subire un grave danno…”. Per grave danno si intende: condanna a morte, tortura, minaccia grave alla vita. Infine è prevista anche la possibilità di concedere un “permesso di soggiorno per motivi umanitari”. L’accoglienza nei confronti di persone che vedono violati i propri diritti umani è un obbligo morale e non solo: “…nessuno Stato contraente potrà espellere o respingere (refouler) – in nessun modo – un rifugiato verso le frontiere dei luoghi ove la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate” (Convenzione del 1951). Sembra il minimo. Veniamo a questioni pratiche: ogni persona che fa la richiesta diventa rifugiato? Ovviamente no. C’è una procedura per il riconoscimento dello status di rifugiato, ci sono delle commissioni che valutano le domande che vengono presentate alla polizia di frontiera o alle questure.Nel 2013, le Commissioni hanno esaminato 25.838 domande di asilo. Di queste 3.144 sono state definite con il riconoscimento dello status di rifugiato, 5.654 con il riconoscimento della protezione sussidiaria e 7.450 con la concessione di un permesso per motivi umanitari. Le domande con esito negativo sono state 9.542. La maggior parte dei richiedenti proviene dal Medio Oriente e dall’ Africa. Nel continente africano sono in corso guerre e persecuzioni che passano sistematicamente sotto silenzio. E’ la cosiddetta “globalizzazione dell’ indifferenza”. Gli immigrati che vogliono acquisire lo status di rifugiato vengono tutti nell’accogliente Italia? No. Nel 2012 i rifugiati sul nostro territorio erano 64.779.

Con questa cifra l’Italia si collocava al 6° posto tra i Paesi europei. Pensate che in Germania erano quasi 10 volte di più (589.737 unità). Seguivano Francia (217.865), Regno Unito (149.765), Svezia (92.872), e Olanda (74.598). Quali sono i fantastici privilegi di cui gode una persona che ha acquisito lo status di rifugiato? Ha diritto a un permesso di soggiorno e successivamente ad ottenere, dopo 5 anni, la cittadinanza. Ha diritto al ricongiungimento familiare senza provare requisiti reddituali. Gli viene riconosciuto il diritto alla salute tramite l’ iscrizione obbligatoria al SSN, ha diritto all’accesso alle prestazioni sociali. Nulla di straordinario. Nei prossimi articoli affronteremo il tema di come funziona praticamente il sistema di accoglienza. Nel frattempo, se siete interessati all’argomento, segnaliamo l’ incontro “Noi, prima persona plurale” che si terrà a Roma il 18 dicembre (con inizio alle 16 e 15) presso il “Defrug” (sito in via delle isole curzolane 75). E’ un modo per entrare direttamente in contatto con realtà troppo spesso travisate dalla lente dell’ informazione dedita al sensazionalismo. Detto questo, nessuno vuol mettere la testa sotto la sabbia e negare l’esistenza di problemi di convivenza che a più livelli coinvolgono il nostro paese. Bisogna tuttavia analizzarne bene le reali cause, andando oltre la retorica omologante di chi cavalca il malcontento popolare per portare avanti interessi di parte. Concludiamo rispondendo a chi afferma che dobbiamo difendere la patria respingendo l’ invasione degli stranieri, chiunque essi siano. La costituzione italiana, all’ articolo 10, recita:  “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.” Gli esponenti politici che strumentalizzano i fatti di cronaca e si propongono  di difendere l’Italia auspicando provvedimenti contrari alla Costituzione italiana forse non hanno compreso in quale Stato vivono.

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