Legge stabilità. Allarme spiagge, stanno riprovando a venderle

ROMA – Come un cronometro riprovano a vendere le spiagge italiane: un emendamento, ben scritto, presentato alla legge di stabilità dai senatori Gasparri e Ceroni di Forza Italia consente la vendita delle spiagge.

L’emendamento prevede la sdemanializzazione delle spiagge e di tutte le attività balneari che vi insistono, attraverso la modifica dell’art. 35 del codice della navigazione con la conseguente applicazione delle procedure di cartolarizzazione e vendita dei beni pubblici attraverso le procedure previste dall’art. 3 della legge 351/2001 art.3 e 3 bis.

Solo l’idea di vendere le spiagge e’ un delitto contro gli italiani e le generazioni future che verrebbero derubate di un bene comune che  appartiene a tutti. In Italia le spiagge sono tra le piu’ cementificate d’Europa, secondo i dati Unep dell’Onu sono compromesse il 60% delle coste, gli accessi al mare sono consentiti  solo attraverso il pagamento di un pedaggio violando la  legge e i lungomari si sono trasformati in lungomuri di  cemento che impediscono la visuale e gli accessi al mare. Ma non basta perche’ ora si vorrebbe vendere il demanio marittimo a chi le ha cementificate in concorso con le istituzioni comunali e regionali, facendo esattamente l’opposto di quello che si fa in Europa.

E’ uno scandalo e lo e’ ancor di piu’ se si pensa che i gestori privati delle spiagge pagano un canone di concessione demaniale irrisorio di 1 euro e  20 centesimi a metro quadro. Significa che uno stabilimento di 10 mila metri quadri paga un canone di poco piu’ di 1.000 euro al mese  mentre incassa milioni di euro e che sempre con questa legge di stabilita’ vorrebbero condonare i canoni di concessione non pagati allo stato”.

La vendita delle spiagge e’ un atto indecente che non puo’ essere consentito per difenderle da questa continua privatizzazione e cementificazione, come auspichiamo che sia fermato l’emendamento che aumenta la durata delle concessioni sulle spiagge a 50 anni come proposto anni fa dall’ex ministro Tremonti. 

Ecco l’emendamento

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