Trump, i voti della paura

ROMA – Le promesse di Trump sono importanti per rendersi conto delle possibilità effettive che il pirotecnico candidato del partito di Lincoln ha di conquistare voti in grado di arrivare alla Casa Bianca al posto di Hillary Clinton.

Trump promette ai suoi elettori di erigere un muro per bloccare gli immigrati messicani che si prendono negli U.S.  i lavori più umili, la fine del libero commercio con gli Stati vicini, il ritorno delle fabbriche emigrate in Cina.

Ma il messaggio funziona perché Trump che nella sua vita ha sempre fatto il venditore-imbonitore sa farlo in maniera seducente e gioca su timori e insicurezze degli elettori americani. L’economista conservatore Tyler Cowen lega il malumore del ceto medio impoverito anche all’angoscia dei “bay boomers” che oggi hanno dai 55 ai 64 anni e hanno un risparmio previdenziale medio di 110mila dollari e un ‘aspettativa di vita superiore ai 20 anni.

Significa che dovranno vivere in media con 25mila dollari l’anno (16mila di assegni della previdenza sociale e 7mila di pensione privata). Pensioni vicine alla soglia di povertà che provocano rabbia e malessere delle quali non è certo colpevole Obama :sono figlie della crisi finanziaria del 2008 (a sua volta figlia della deregulation reaganiana) e della parziale privatizzazione del sistema pensionistico con la responsabilizzazione del singolo che doveva diventare l’assicuratore di sé stesso.

In realtà Trump sta per annunciare nuovi tagli fiscali di cui dovrebbero beneficiare soprattutto i benestanti ma a lui finora gli elettori repubblicani hanno concesso assegni in bianco: ed è questa la chiave elettorale che ha accompagnato finora il miliardario americano che è diventato così il fenomeno di questa aspra campagna elettorale per le elezioni del novembre 2016.

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