Roma Film Fest. Il dodicenne red carpet più lungo del mondo

ROMA – In principio si chiamava “Cinema. Festa Internazionale di Roma”. L’aveva voluta Walter Veltroni, sindaco di Roma al secondo mandato, non tanto per fare concorrenza alla Mostra di Venezia, come fu accusato dalle destre, ma per dare a Roma un’allegra manifestazione cinematografica che fosse degna di una capitale europea. Era il 2006.

Festa, dunque, non festival come fanno tutti. L’idea piacque, ma durò poco. Già nel 2008 il nuovo sindaco Gianni Alemanno, prima annunciò di volerla abolire (come più tardi avrebbe detto la sindaca Raggi con le Olimpiadi), poi sostituì la dizione festa con il banale festival.  Fra gli artefici, fin da allora Gianluigi Rondi, lo storico critico dall’immancabile sciarpa bianca al collo che sarebbe morto nel 2016 a novantacinque anni, e Piera Detassis, inamovibile direttrice della rivista per cinefili esigenti. Oggi la Detassis è presidente della Fondazione cinema per Roma che era stata appunto presieduta da Rondi. Dal 2014 il festival non è più competitivo (come il festival di Toronto) perché è il pubblico a scegliere i vincitori delle diverse categorie. Dal 2015 è tornata a chiamarsi Festa del cinema di Roma, come piacerà a Veltroni, il direttore artistico è il critico Antonio Monda, riconfermato dopo un felice debutto.

E siamo alla dodicesima edizione, che si concluderà il 5 novembre con la consegna dei premi. Il maggiore è il Marc’Aurelio d’oro, in omaggio all’imperatore  romano che sta in sella a un destriero di bronzo in piazza del Campidoglio: sarà assegnato al miglior film, così come il Marc’Aurelio d’argento che sarà assegnato dalla giuria. Seguono i premi destinati ai vincitori nelle diverse categorie: il regista, l’attore, l’attrice, l’autore emergente, i tecnici, lo sceneggiatore, il documentarista, il regista del miglior cortometraggio, il premio alla carriera, il premio del pubblico. Come si vede, ce n’è per tutti. 

Un primato la festa del cinema di Roma lo vanta fin dalla fondazione: ha il red carpet più lungo del mondo, sessanta metri dall’ingresso del Parco della Musica, (opera dell’archistar genovese e senatore a vita Renzo Piano) alla cavea, che è il regno dei fotografi e dei telecineoperatori per dare l’assalto ai divi. Per le proiezioni, l’auditorio (come più comunemente lo chiamano a Roma, e che non vive di solo cinema, ma tutto l’anno si nutre di musica, teatro, performance di ogni genere) mette a disposizione tre sale: Santa Cecilia,  2000 posti, Petrassi 650 posti, il teatro studio  altri 600 posti. Tutt’intorno, si animano da stasera il “villaggio del cinema”, una grande libreria, un ristorante sempre affollato di big, e alcuni punti ristoro più popolari. Non sarà il Lido di Venezia o il festival di Cannes ma l’emozione cinematografica collettiva è assicurata. Che la Festa cominci, dunque.

L’inaugurazione ufficiale è stata il 26 ottobre con il film Hostiles, di Scott Cooper, un   western con Christian Bale e  Rosamunde Pike, prima star a calpestare il red carpet. Fra i titoli di richiamo  Logan Lucky  commedia corale con Daniel Craig e Channing Tatum  e  Stronger dedicato a Jeff Bauman, l’uomo che perdette  le gambe nell’attentato di Boston. Fra gli italiani sono in gara i fratelli Taviani  con il film Una questione privata tratto dal romanzo di Beppe Fenoglio protagonista  Luca Marinelli,  e Paolo Genovese  che ha diretto a The place con Valerio Mastandrea, Sabrina Ferilli  e Silvia d’Amico. 

Trentanove i film della sezione ufficiale,  numerosi i divi invitati: da David Lynch che ritirerà il premio alla carriera,  a Kathryn Bigelow.  Ci saranno anche Fiorello e Gigi Proietti, impegnati in siparietti con il pubblico che non mancheranno di divertire. Ultima chicca per appassionati: sarà proiettato il primo trailer del nuovo film di Woody Allen, Wonder Wheel che uscirà  sugli schermi il prossimo primo dicembre, il giorno del compleanno di Allen, ottantadue anni decisamente ben portati. Purtroppo, lo scontroso Woody non sarà alla festa di Roma, ha mandato il trailer, è già qualcosa.

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