Dall’economia lineare a quella circolare con la collaborazione fra pubblico e privato

Uno dei processi del nostro tempo che maggiormente finisce per incidere sulla  vita di tutti i giorni è il passaggio dall’economia lineare e seriale a quella circolare.

Nella prima la successione era materie prime – produzione – consumo – scarto; nella seconda materie prime – produzione – consumI (al plurale in corrispondenza di più produzioni in serie fra loro) – scarti (ridotti),ovvero la materia prima viene spolpata progressivamente dei suoi contenuti alimentando produzioni diverse ed innalzando il suo rendimento in termini di quantità di prodotto finito,con conseguente diminuizione degli scarti.

Nell’economia circolare invece la linea diviene un cerchio in quanto gli scarti finali del processo produttivo tornano in ciclo attraverso lavorazioni e trattamenti,rappresentando un recupero di materia,un risparmio di materie prime ed una riduzione di scarti,andando a costituire le cosiddette materie prime seconde.

Le applicazioni pratiche della economia circolare dimostrano però come riciclare scarti finali di un processo produttivo sia operazione non semplice. Sono soprattutto le grandi imprese che si stanno cimentando in progetti di riciclo economicamente ed ambientalmente sostenibili.,quindi in una perfettra logica di economia circolare. Oggi la produzione mondiale urbana di rifiuti è di circa 2 miliardi di tonnellate l’anno,di cui solo il 20% viene riciclato. Esempi significativi di tale tipo di attività sono la trasformazione della frazione organica di RSU in  olio combustibile,materia prima per le raffinerie verdi o per muovere le navi (allo stesso fine si possono utilizzare gli scarti di olio alimentare esaurito),il recupero di polistirene per realizzare soluzioni di isolamento termico delle case,la produzione di gomma a partire da alcuni arbusti. 

Due sono però le condizioni necessarie perché questa tendenza si sviluppi ulteriormente e si allarghi ad un numero sempre maggiore di imprese: la collaborazione fra pubblico e privato, sviluppando una filiera con le professionalità e competenze necessarie:queste devono essere formate;e siamo alla seconda condizione:la formazione e l’educazione del cittadino,a partire dai giovani, prevedendo anche figure professionali nuove e diverse da quelle di oggi,in grado di compiere il percorso illustrato e di sapere ad esso adattare la digitalizzazione che con Industria 4.0 diviene uno strumento di partecipazione e comunicazione finalizzata alla volontà di fare massa critica, sistema.

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