IRBM, Takis, Reithera: tre realtà di eccellenza a pochi chilometri di distanza

Sono tutte in lizza per il vaccino anti Covid-19 e rappresentano un’eccellenza italiana riconoscoiuta a livello internazionale. Si tratta di tre aziende di cui si parla molto in questi giorni. Ma cosa accomuna l’IRBM, la Reithera e la Takis?

Operano a poca distanza l’una dall’altra. Infatti la prima si trova a Pomezia, mentre le altre due hanno la propria sede all’interno del Polo Tecnologico di Castel Romano. La statale della Via Pontina li divide dalla capitale e basta percorrere qualche chilometro per capire che ci troviamo nel polo farmaceutico più importante del Sud Europa. Qui, infatti, grazie alle politiche favorevoli del mezzogiorno, negli anni ’70 hanno investito le più importanti case farmaceutiche e sono nate una moltitudine di aziende di contract manufacturing, oggi fiore all’occhiello per la loro comprovata competenza e specializzazione che producono farmaci per tutto il mondo. Insomma con un valore di produzione nazionale pari a 32 miliardi l’Italia primeggia sull’Europa.

Ma veniamo alla ricerca dell’IRBM, la Reithera e la Takis. A differenza della loro vicinanza fisica di appena 7 chilometri, ognuna di queste segue una strada indipendente dalle altre. L’Irbm è una società scientifica specializzata nel settore della biotecnologia molecolare, della scienza biomedicale e della chimica organica, guidata dal presidente e amministratore delegato Piero Di Lorenzo, con il quale fu messo a punto il vaccino italiano anti-ebola e il cui brevetto fu acquistato nel 2013 dalla società britannica Gsk. Attualmente la Irbm collabora attraverso la sua divisione vaccini Advent Srl, con il Jenner Institute dell’Università di Oxford sul siero anti-Sars-Cov-2.

La Takis, invece, il cui fondatore e amministratore è Luigi Aurisicchio, è un’azienda biotech di Castel Romano specializzata in farmaci anti cancro di tipo genetico e il cui vaccino anti Covid sembra aver già dato delle risposte soddisfacenti in fase pre-clinica. Poi c’è la Reithera che, attraverso Stefano Colloca, Chief Of Technology e ideatore della tecnologia vaccinale dell’azienda biotech, ha fatto sapere del loro vaccino “candidato ad essere il più potente ed efficace, in quanto si è dimostrato capace di stimolare la risposta immunitaria contro il Covid-19 anche a bassissime dosi”.

Le ricerche sono palesemente indirizzate su più fronti e viene da chiedersi perchè questi saperi e conoscenze non siano mai entrate in contatto tra loro in tutto questo tempo. Di cosidetti “case of history” dell’ingegno del Made in Italy ve ne sono parecchi, specie quando le conoscenze interdisciplinari si uniscono dando vita a vere e proprie innovazioni. Dall’alimentare, all’artigianato al turismo e all’arte, alla meccanica e all’ITT sono molti i settori coinvolti in quel circolo virtuoso, che proprio in un’ottica di unità d’intenti, hanno prodotto risultati veloci e più efficaci ridando lustro alle attività coinvolte, nonostante le loro reciproche diversità. Probabilmente, il detto che l’unione fa la forza, in taluni casi potrebbe rivelarsi davvero una mossa vincente, soprattutto visti i tempi incerti del Coronavirus.

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