David di Donatello. Emozionata Sofia

Quella di Sofia Loren alla serata dei David di Donatello è stata un’apparizione di pochi minuti ma di grande effetto.

D’accordo, era una serata cinematografica studiata in ogni momento dai professionisti della settima arte, eppure è prevalsa l’emozione più vera e non solo per gli ammiratori dell’attrice, 87 anni a settembre.

Per chi negli occhi conserva gelosamente le immagini della splendida napoletana come ce la rimandano i suoi film più popolari, calata in personaggi indimenticabili, accanto a divi del cinema non meno famosi, a vederla salire a fatica i quattro gradini dello studio 5 di Cinecittà, aiutata dal figlio Edoardo, che da piccolo chiamava Dodò, tormentare gli occhiali prima di infilarseli per leggere con un filo di voce le quattro frasi di prammatica pretese dai vincitori, fare, nonostante il manifesto sforzo di stare in piedi, la spiritosa dicendo “il premio non lo prendo sennò cado io e il premio” e prima di affrontare la discesa di quei quattro scalini sentirle dire a fatica “Ma ci pensate che oggi ricevo questo premio sessant’anni dopo quell’altro? Forse questo è il mio ultimo film, ma io voglio farne ancora perché senza cinema non posso vivere” mentre scrosciavano gli applausi della standing ovation: per tutti noi sono stati pochi minuti durati un’eternità, che non dimenticheremo facilmente.

Spenti i riflettori della serata dei David, Sofia è tornata nell’ombra del suo buen retiro di Ginevra, da dove l’ha stanata il figlio Edoardo per convincerla a tornare sul set. Greta Garbo non lo aveva mai fatto: tornare sotto le luci della ribalta dopo anni di strabilianti successi. Charlie Chaplin non se lo fece dire due volte e tornò sul set anzianissimo per un ultimo, deludente film, La contessa di Hong Kong, protagonista femminile proprio una splendida Loren.

Come sempre bella è apparsa a molti dei suoi fans la Sofia della serata dei David, che aveva paura di cadere con la statuetta in mano.

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