Hegel nel XXI Secolo: Una mostra filosofica a Roma Tre

ROMA – E’ possibile disvelare il pensiero di un filosofo della complessità come Georg Wilhelm Friedrich Hegel (Stoccarda,1770 – Berlino 1831) evocandone le principali tematiche attraverso l’arte contemporanea?

Di sicuro la filosofia hegeliana non risulta semplice e renderla fruibile e comprensibile, attraverso una costellazione di visioni artistiche, rappresenta una sfida non da poco. Proprio da questo che potrebbe sembrare un“azzardo”  nasce invece “With Hegel in the XXI century. A Philosophical Exhibition”, un’interessante e insolita mostra, allestita fino al 7 ottobre 2021, nella sede dell’Università degli Studi di Roma Tre (Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo), a cura di Francesca Iannelli, Frédérique Malaval, Chiara Anastasia Moda e Maria Stadirani. 

Una iniziativa particolarmente significativa, oltre che innovativa se non addirittura quasi unica nel suo genere, in cui la “ri-lettura iconografica” della filosofia hegeliana, integrata alle nuove forme espressive della contemporaneità, diventa una rara e imperdibile occasione di visita. L’aspetto inafferrabile della filosofia prende forma e decreta la propria esistenza anche attraverso l’immagine, conferendo a sua volta a queste ultime una nuova identità, scompaginandone la linearità di percezione e aprendo a diversi spunti di riflessione.

“La mostra nasce dall’intuizione di Francesca Iannelli, docente di Estetica all’Università degli Studi di Roma Tre”, – spiega la co-curatrice Maria Stadirani. “Ideata prima dell’emergenza sanitaria da Covid-19, è stata inaugurata solo il 23 settembre scorso, dopo essere stata posticipata per ben due volte”. 

L’esposizione si sviluppa nell’ambito di un progetto più ampio, dal titolo “Hegel Now!“, concepito in occasione dei 250 anni dalla nascita del filosofo tedesco, realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tre, insieme alla Friedrich-Schiller Universität Jena, l’Universidad Autonoma de Madrid, la University of Debrecen, l’Université Nantes, l’Université Paul Valery Montpellier 3, il Circulo de Bellas Artes di Madrid, la Società Filosofica Romana, il Goethe-Institut, il Network artistico ST_ART, 999 Foundation e a Hegel Art Net, con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania. 

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Una rilettura dei principali temi hegeliani, dal tema della duplicazione alla morte dell’arte

Il progetto espositivo è piuttosto complesso e il suo concepimento non è stato sicuramente agevolato dalla pandemia, a causa della quale la curatela e il confronto con gli artisti e la comunità filosofica si è svolta perlopiù da remoto. Il risultato è però un lavoro molto rigoroso e sicuramente non convenzionale, “anche se a primo acchito sembra a tutti gli effetti una normale mostra di arte contemporanea”. 

“Il progetto  – racconta Stadirani –  ha coinvolto filosofi  da varie parti del mondo, che hanno prodotto dei testi su Hegel, confluiti poi nel catalogo (Artemide, 2021) che accompagna l’esposizione, mentre artisti, italiani e internazionali,  sia emergenti che affermati nel panorama artistico contemporaneo, evocando i temi principali della filosofia hegeliana, hanno realizzato opere ad hoc. Unica eccezione è Tito Amodei (Colli a Volturno,1926 – Roma,  2018 n.d.r), i cui tre dipinti in mostra sono frutto di un prestito della Fondazione a lui intitolata”.

Dal tema della duplicazione (Verdopplung), alla nozione di spirito, fino alla controversa tesi della fine o morte dell’arte, la mostra è suddivisa in diverse sezioni, nelle quali confluiscono i lavori di: Andrea Volo (Italia) Felice Cimatti (italia) Agostino Bonaventura (Italia) Maeva Gardenat (Francia) Didymos (Italia) Tito Amodei (Italia) Francesca Tulli (Italia) Bettie Elghanian (USA) Magdalena Cichon (Germania) Cendrine Rovini (Francia) Manu Invisible (Italia) Anastassia Tetrel (Francia/Russia) Elodie Costa (Francia) Olivia Vieweg (Germania) Marco Locatelli e Raffaele Moretti (Italia/Germania) Chiara Anastasia Moda, Maria Stadirani e Francesca Iannelli (Italia).  

“Revisited Hegel ”, “Virtual Hegel”, “Urban Hegel” sono ulteriori sezioni dedicate alle contaminazioni tra la filosofia di Hegel e i linguaggi artistici del nostro presente, dalla Street art ai social. 
 
A completare/integrare l’esposizione è il murale di Manu Invisible, (sezione Urban Hegel), dal titolo Spirit, a cura di Stefano Antonelli, direttore della 999 Foundation, realizzato nell’agosto 2020 nella corte interna dell’Università di Roma Tre. L’opera, riportando la celebre frase di Hegel: “Al mondo nulla di grande è stato compiuto senza passione”, condensa gli intenti del progetto, ovvero sollecitare il pubblico a confrontarsi con alcuni messaggi universali custoditi nella filosofia hegeliana e fruibili a più livelli di approfondimento.

In mostra sono presenti quasi tutti i linguaggi artistici: video, fotografia, affresco, dipinto, disegno, scultura, installazione, etc., con ruolo determinante anche delle arti performative. “Una performance,  dal titolo ‘I’m right’ con Riccardo Malaspina, curata da Joshua De Loa e Tayisyia Libokhorska con la supervisione di Chiara Anastasia Moda , liberamente ispirata al testo ‘Decolonizing Hegel’s Aesthetics. A Philosophical Play’ di Francesca Iannelli, si è svolta il  27 settembre, mentre in rassegna è presente anche una performance multimediale” – rammenta  la co-curatrice. 

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L’esposizione apre, insomma, a diversi scenari iconografici, stimolando la ricerca di un filo narrativo nel progressivo avvicinamento alla filosofia hegeliana.
“La collaborazione interdisciplinare tra la comunità filosofica e quella artistica, due mondi non sempre comunicanti, è risultata davvero stimolante. Grazie a un continuo scambio, gli artisti sono riusciti a personalizzare il pensiero hegeliano, da cui sono poi scaturite le opere. Gli stessi filosofi, autori dei testi, hanno tenuto conto della divisione in sezioni del progetto. D’altra parte fornire una struttura ben delineata a una mostra filosofica è essenziale, proprio per non perdersi nei meandri della complessità e vastità delle tematiche da affrontare”.
Il tema della morte dell’arte, ad esempio, è stato sviluppato in mostra nell’opera Realtà & Morale di Manu Invisible, prendendo spunto dalla Fenomenologia dello Spirito. “Il lavoro di Manu Invisible è un affresco che realizza una sorta di corto circuito – -spiega la curatrice – dove la sovrapposizione/contrapposizione delle parole del titolo ne produce almeno altre due: ‘Morte’ e ‘Arte’.” 
 
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La scelta degli artisti 
Gli artisti protagonisti della mostra sono molto differenti tra loro, tuttavia il criterio selettivo è avvenuto, ovviamente, in base alla loro vicinanza e sensibilità nei confronti di temi filosofici. Spiega Stadirani: “Andrea Volo, Felice Cimatti sono molto vicini a tematiche filosofiche. Il collettivo Dydimos realizza workshop dove vengono create installazioni ispirate da assunti filosofici, come nel caso del lavoro presentato in mostra” Un caso a sé stante è quello del pittore Tito Amodei, apparentemente distante dagli altri artisti, anche se di fatto il suo essere un grande religioso, lo colloca in qualche modo sempre vicino al pensiero filosofico”.
 
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Una mostra anche didattica 
L’esposizione, sicuramente di grande fascinazione e al tempo stesso spiazzante, nel suo scopo di ri-attualizzare la filosofia hegeliana nel XXI secolo, ha indubbiamente anche una finalità didattica.
“Il 27 settembre sono state organizzate , in collaborazione con la Società Filosofica Romana e il Progetto A.L.A. del Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo di Roma Tre delle  visite guidate esplicative, che hanno coinvolto circa 100 studenti di licei romani, durante le quali  i membri dello staff del progetto Hegel Now hanno spiegato e contestualizzato le opere nelle specifiche sezioni, al cui interno prende forma il pensiero hegeliano” – sottolinea la co-curatrice. 
Un’esemplificazione di questo proposito “illustrativo” di alcuni dei principali assunti filosofici hegeliani è suggerito dal lavoro di Francesca Tulli, nella sezione dedicata alla dialettica. The Fight è il titolo della scultura che presenta due figure maschili in lotta tra di loro, poste tra due tubi di bronzo. Nello sforzo del contrasto, i due corpi non cadono ma rimangono sospesi e sorretti dalla tensione. Il rimando è quindi al concetto che dalla sintesi di due opposte argomentazioni scaturisce l’equilibrio, ovvero la convivenza di due diverse realtà. 
 
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Hegel è anche social …

Il pensiero “del più grande influencer della storia” non poteva non essere declinato anche in forma social. Due sono infatti i profili Instagram dedicati al progetto Hegel now!,  entrambi seguiti e progettati dalla co-curatrice e social media manager Chiara Anastasia Moda.

In particolare “da uno dei due profili,  https://instagram.com/hegelnowproject?utm_medium=copy_link (che presenta foto dei partecipanti al progetto con l’aggiunta di interrogativi ispirati alla filosofia hegeliana) è stato realizzato un esperimento, dal titolo “This is not an Instagram profile. Back to reality”. In sintesi l’intero profilo è stato ‘fisicamente’ trasportato in mostra. E’ stato quindi creato un percorso ‘reale’ a terra con gli stickers che riportano i post e i Qr Code della pagina Instagram, che vanno a confluire in un ultima piccola stanza, in un passaggio quindi dal virtuale al reale e viceversa”.

Gli appuntamenti per il finissage

Il finissage della mostra è previsto il 7 ottobre, dalle ore 16:00 alle ore 19:30, presso l’Aula Magna della Scuola di Lettere, Filosofia e Lingue in Via Ostiense, 234 (entrata principale accanto alla portineria).
Il programma in Aula Magna, dalle ore 16 alle ore 18, prevede la presentazione del libro “Hegel. Der Philosoph Der Freiheit”, con Paolo D’Angelo, Francesca Iannelli, Federica Pitillo e Pierluigi Valenza, la proiezione del video “Hegel – Abenteuer Denken” di Reinhold Jaretzky – una Talk di Klaus Vieweg , oltre alle visite guidate dello staff di Hegel Now.
Per partecipare agli eventi in Aula Magna e alle ultime visite guidate è necessario inviare una mail a [email protected] specificando nome e cognome. 
Sito web: https://bacheca.uniroma3.it/hpat/hegel-now/

 
 

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