Egitto. La strage di Alessandria. È tempo di capire

ROMA – L’atra sera da Vespa a Porta a Porta, Rino Fisichella, il porporato che ha difeso il premier dalla bestemmia facile, affermando che mentre si racconta una barzelletta si può anche bestemmiare, purché poi si continuino a fare leggi teocratiche e inondare le scuole vaticane di denaro mentre le Statali languono miseramente …

ma si quel Fisichella che non si scandalizza del divorzio, pardon, divorzi, al plurale fra poco, del Cavaliere di Arcore, si quello li; ebbene mons. Rino Fisichella, l’altra sera, si è superato: per cercare di portare la pace in terra, agli uomini di buona volontà, ha dichiarato che i mussulmani sono soliti esercitare la violenza all’esterno, verso gli altri esseri umani,  mentre i cristiani la violenza la indirizzano all’interno di sé stessi. Così, tanto per non fare differenze, visto che siamo tutti figli di dio.
È chiaro che la strage di Capodanno è un atto criminale. Nulla può giustificare o assolvere i moventi aberranti che hanno condotto ad un atto tanto efferato, che in tutta evidenza è stato programmato e perpetrato per dissolvere la convivenza civile tra musulmani e cristiani, che fanno parte del tessuto storico di quel paese.
Ma detto questo ora è tempo di capire quali siano le cause profonde che fanno da matrice a queste tragedie umane.
Abbiamo iniziato l’articolo narrando dell’uscita impropria di Fisichella non a caso. Abbiamo iniziato da questo fatto per dire della menzogna pervicace che accompagna questi personaggi che da un lato parlano dell’amore per le creature di dio dall’altro, con i loro discorsi falsi e dissociati, fomentano l’odio tra minoranze e maggioranze etniche, sociali, politiche.
Parliamo di menzogna perché chiunque conosce un po’ la storia sa della violenza di cui è stata capace la Chiesa Cattolica da quando, prima Costantino e poi Teodosio, l’hanno incoronata a religione obbligatoria di stato e fatta diventare di fatto loro complice nei crimini di stato o viceversa.

Parliamo di menzogna perché ad Alessandria d’Egitto dove nel 430 a.C. il Vescovo Cirillo, poi diventato santo della Chiesa di Roma, e i suoi sgherri fecero letteralmente a pezzi la scienziata Ipazia colpevole di non voler aderire alla religione cristiana che voleva le donne silenziose e succubi come lo sono state fino a poco tempo fa: “Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia.” Nuovo Testamento, Prima lettera a Timoteo, 2:12–15, di Paolo di Tarso, noto anche come San Paolo.
Da quel momento in poi la storia della Chiesa è stata una storia criminale. Le crociate dogmatiche, di tutti i tempi, partite tutte al grido di “Dio lo vuole”, hanno annientato milioni di esseri umani: ebrei, mussulmani, indios, africani, asiatici. La chiesa non ha mai detto nulla né fatto nulla contro la schiavitù, non ha mai fatto nulla contro l’ingiustizia sociale né contro, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, e questo non fino a ieri, anche oggi. Vedi il Caso del Cardinal Romero e la distruzione delle Teologia della Liberazione che voleva solo un po’ di giustizia civile in Sudamerica. E poi con che faccia quel tipo in gonnella ha il coraggio di dire che i cristiani rivolgo la violenza solo contro sé stessi? Ma per piacere, non se ne può più di sentire queste menzogne.

E non è a caso se abbiamo parlato non di odio religioso ma di odio tra minoranze e maggioranze etniche, sociali, politiche. Non è a caso perché le religioni sono solo manifestazioni di queste minoranze o maggioranze. Le religioni sono solo funzionali ai gruppi egemoni o alle oligarchie di determinate etnie, gruppi politici, gruppi imprenditoriali che se ne servono per il controllo sociale.
Quindi dire che c’è un problema religioso è affermare il falso. Dire che in Irlanda l’odio che ha lacerato l’isola era religioso è affermare il falso. Dire che in Irlanda il problema era tra cattolici e protestanti è affermare il falso. Il problema era tra individui sfruttati e individui che li sfruttavano. Solo per fatti storici in Irlanda i cattolici erano i dominati e i protestanti erano i dominatori. E l’odio quindi era tra chi non voleva essere sfruttato e considerato un cittadino di serie B e coloro, quelli di serie A, che volevano mantenere lo status quo, vale a dire continuare a trattare come schiavi coloro che si identificavano con la Chiesa di Roma.
Ma il problema dell’odio tra ‘diversi’ è molto più profondo e nasce dalla percezione delirante verso l’altro da sé, presente, in diverso grado patologico, in una grande quantità di individui. La percezione delirante, che depaupera il diverso da sé, purtroppo, viene legittimata e utilizzata da gruppi criminali i quali, servendosi delle connivenze religiose, instaurano, chi lo sfruttamento di una diversità più debole, e chi, servendosi del rancore, della miseria, della sete di rivincita e di vendetta di coloro che vengono umiliati e sfruttati dai più forti, lacerano tragicamente le società dove l’ingiustizia sociale ha superato l’argine della sopportazione umana.

Ed è chiaro che vi sia una percezione delirante che depaupera l’altro da sé facendolo divenire ‘figlio di un dio minore’: “ … Intendiamo proseguire con la massima determinazione l’azione per difendere la libertà religiosa di tutte le fedi, e in particolare delle comunità cristiane, in tutte le parti del mondo”. Dichiarazione del Presidente del Consiglio italiano dopo la strage di Alessandria d’Egitto. Ma come “in particolare le comunità cristiane”? Le altre allora sono considerate minori? È chiaro che si. Se non fosse così si sarebbe dato da fare quando i suoi camerati della Lega si opponevano e si oppongono con vigore alla costruzione delle moschee in Italia, o quando Calderoli mostrava le immagini blasfeme, per i mussulmani, sotto la camicia, o quando diceva che sarebbe andato a passeggiare con un maiale al guinzaglio sopra il luogo dove sarebbe nata una moschea.
Non scordiamoci questi fatti che umiliano e riempiono di rabbia coloro che già sono sfruttati come schiavi nella nostra bella Italia e che prima o poi porteranno il conto da pagare.
Anche Fisichella con il suo parlare a vanvera offende i mussulmani, come fece Ratzinger con il suo discorso di Ratisbona. Li offendono perché dichiarano che i mussulmani sono esseri inferiori, perché hanno un dio inferiore, mentre il loro Dio, cattolico, è superiore e quindi essi, gli inferiori devono accettare di essere sfruttati, come i cattolici d’Irlanda lo erano dai protestanti.
E non è a caso che i mussulmani vengono continuamente offesi dalla Chiesa cattolica.
Non vorremmo essere una Cassandra inascoltata quando suggeriamo che il Vaticano avrebbe tutto da guadagnare in una ‘cosiddetta guerra di religioni’ contro i mussulmani. Le ragioni sono molteplici. Alcune materiali come la ricchezza del sottosuolo che fa gola a coloro che ancora si riconoscono e sono sodali con i comandanti delle legioni vaticane. Altre di ordine ‘metafisico’: solo qualcosa del genere può arrestare il dissanguamento della Chiesa di Roma che viene abbandonata ogni giorno dai suoi fedeli.
È bene ricordare che il potere egemone si sposa sempre con divinità che portano fortuna e che gli fanno vincere le battaglie. È stato vero Scipione l’Africano il quale, dopo aver vinto Cartagine, dedicò alle sue divinità protettrici, Mens e Venere Ericina,  innumerevoli templi in tutte le coste del Meditteraneo; è stato vero con Costantino che dopo la battaglia di ponte Milvio si unì a questo dio che lo aveva aiutato a sconfiggere i suoi antagonisti al potere imperiale.
Quindi quando la Chiesa Cattolica non riuscirà più a far vincere i nuovi imperatori occidentali essi si alleeranno con qualche altra divinità anche se questa puzzerà un po’ di petrolio.
È per questo che la Chiesa vuole il conflitto con i mussulmani, perché è l’unica religione numericamente emergente. È tempo di capire.

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