Rifiuti Roma: Bratti: Muraro ora chiarisca

ROMA – In Commissione Ecomafie ci sarà “un chiarimento sul ruolo di Paola Muraro”, l’assessore all’Ambiente della giunta Raggi, “è inevitabile che ci siano domande anche sul suo presunto conflitto di interesse”.

Lo afferma Alessandro Bratti,  presidente della commissione bilaterale che indaga sui reati ambientali. “Se lei e il sindaco Virginia Raggi – fa sapere Bratti – volessero essere ascoltate prima della pausa estiva, delibereremo subito una nuova seduta per giovedì o venerdì, così potranno chiarire”. “Su questo aspetto – spiega quindi sulla posizione di Muraro, ex consulente dell’Ama -, credo ci sia un discorso di opportunità politica, non tanto di illecito ambientale. Poi la relazione di Fortini sarà importante per chiarire certi aspetti”. “Noi – aggiunge – acquisiremo tutti gli elementi possibili. Partendo da quelle che sono le deposizioni formali. Quando la Muraro sarà in audizione, da parte dei commissari ci saranno sicuramente domande su questi aspetti. Le chiederemo anche il dossier che ha annunciato di voler presentare”.

“Se era a conoscenza di inadempienze avrebbe dovuto segnalarle alla Procura e poi dimettersi dall”incarico. Lei non era una consulente come tutti gli altri: aveva un ruolo quasi dirigenziale”, aggiunge ancora Fortini. “Io proposi alla Muraro di diventare dirigente – racconta Fortini – A gennaio bandimmo una selezione per un incarico temporaneo ma lei non partecipò. Così rinnovammo il mandato per sei mesi, fino al 30 giugno”. Paola Muraro da assessore “ha cominciato a bombardare l”azienda, mettendo tutti sotto accusa, parlando di epurazioni e scatenando la reazione di molti dirigenti che mi hanno fatto un quadro sulle sue responsabilità soggettive abbastanza inquietante”, sottolinea Fortini aggiungendo: “Non dico di più: c”è il segreto istruttorio”. Fortini spiega che la situazione di emergenza in cui si trova la Capitale, deriva “dal fatto che non esiste un ciclo integrato dei rifiuti. Gli impianti sono insufficienti, vecchi o inefficienti. E sono solo di trattamento, non di smaltimento e recupero. Se qualcuno dei 62 impianti utilizzati in dieci Regioni italiane e in tre Stati esteri va in sofferenza o chiude per manutenzione, come succede in estate, si crea il problema”. “Le stesse problematicità ci sono state nel dicembre 2013, nel dicembre e luglio 2014, nel luglio 2015. Se non cambiano le cose, rischiamo di trovarci con lo stesso problema a dicembre e poi di nuovo l”estate prossima”, aggiunge il presidente di Ama.

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