E’ febbre di Pokemon Go

ROMA – Pokemon spopola nel mondo dei giovani.  L’applicazione per smartphone ios e android sta infatti diventando un vero e proprio tormentone, facendo letteralmente ammalare  milioni di persone. 

Va detto che questo gioco scaricabile gratuitamente è il prodotto della collaborazione tra The Pokémon Company, Nintendo e Niantic, ed è stato lanciato il 6 luglio 2016 in alcuni paesi (come gli Stati Uniti) e il 15 luglio in Italia.

Il gioco si ispira alle sulle figure fittizie nate dalla creatività del giapponese Satoshi Tajiri, che nel 1995 creò un videogioco per il Game Boy, allora popolare console portatile della Nintendo, che aveva come protagonisti degli animali di fantasia chiamati Pokémon (dalla contrazione di Pocket Monsters). Pokémon che potevano evolversi e diventare sempre più potenti per sconfiggere in combattimento altri personaggi.

Da questo successo parte l’attuale gioco virtuale che però presenta delle variazioni tecnologiche che lasciano adito a qualche dubbio soprattutto sulla possibile tracciabilità degli spostamenti personali. Infatti, una volta scaricato il gioco e fatta la registrazione, quello che appae sullo schermo dello smartphone è una variazione di Google Maps, che oltre alle strade reali della propria città mostra anche punti di riferimento inesistenti nella realtà noti come PokéStop e palestre per Pokémon.

Mentre ci si sposta nel mondo reale, è possibile notare sullo schermo la segnalazione che alcuni Pokémon siano nei paraggi, anche se inizialmente non è possibile accertarne l’esatta localizzazione. È possibile però basarsi su un sistema di segnalazione della distanza che, come in una versione aggiornata del gioco per bambini “acqua e fuoco”, indica l’avvicinamento al Pokémon.  Insomma, ora l’obiettivo sarà quello di catturare la strana creatura, ovunque si trovi. Quindi, non meravegliatevi se nei luoghi pubblici, al bar, al ristorante, dal medico vedrete persone incollate al proprio schermo alla ricerca del Pokemon. Un fenomeno sociale a cui difficilmente si riesce a dare una definizione in poche parole. Ma che sotto un certo profilo inquieta. Se questo è il futuro!

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