La rinascita industriale passa per il settore chimico-farmaceutico

La sostenibilità sarà la chiave di volta 

Il comparto chimico-farmaceutico è la vera ossatura industriale del Paese. Con oltre 180.000 addetti, 112.000 in aziende chimiche e 65.000 nel settore pharma e un fatturato complessivo pari a 86 miliardi di euro, questo comparto manifatturiero italiano risulta essere una delle voci più importanti del Paese.

Non a caso, l’intera area produttiva continua a investire massicciamente nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti e punta sull’innovazione delle competenze e delle conoscenze, nonostante le difficoltà causate dall’emergenza sanitaria. Lo dimostra anche il tavolo aperto dal ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, che punta ad un polo nazionale pubblico-privato per la produzione di vaccini, per rendere l’Italia autosufficiente. La situazione pandemica, d’altro canto, è la dimostrazione evidente della necessità dell’importanza strategica di questo settore, capace di far fronte a diverse situazioni emergenziali.

Ma non solo. Il comparto chimico-farmaceutico ha sposato da tempo anche la visione di una sostenibilità ambientale e sociale a 360 gradi, puntando sull’innovazione tecnologica, tanto da poterlo definire leader nella transizione ambientale come per il riciclo chimico, il biotech, l’ecodesign, ma anche il recupero e riutilizzo della Co2, le fonti rinnovabili, la chimica dei rifiuti, fino all’efficienza energetica. Opportunità, tra l’altro, messe a disposizione ed evidenziate attraverso il Green New Deal e il Recovery Fund per impostare una strategia Paese anche sul fronte del riciclo delle sostanze chimiche.

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