Transizione ecologica. La parola d’ordine si chiama idrogeno

Pochissimi giorni fa il presidente dell’ENEA Gilberto Dialuce, durante l’apertura del convegno “Piano d’azione per l’idrogeno: Focus Tecnologie Industriali”, ha affermato: “L’obiettivo è di far crescere la filiera nazionale sull’idrogeno per consentire all’industria italiana di mantenere la propria posizione nel contesto europeo e proseguire a creare valore aggiunto”.

 

Insomma, come ormai è noto, l’idrogeno rimane una delle fonti alternativi che potrebbe risolvere gran pèarte dei nostri problemi legati al clima e all’inquinamento.
Enea, dal canto suo, ci sta lavorando da tempo, tant’è che ha messo a disposizione competenze, tecnologie e conoscenze professionali per individuare le reali prospettive, le criticità e i possibili consumi di idrogeno nei diversi comparti industriali. Un passo significativo verso la cosiddetta transizione energetica in termini di decarbonizzazione nei tre asset principali di industria, produzione di energia e trasporti.

Sono già diversi i settori che si stanno dedicando fattivamente alla ricerca e sviluppo per portare nei prossimi anni dei risultati significativi.

Il caso dell’aeroporto di Torino
La cella a idrogeno sarà installata presso lo scalo di Torino nel secondo trimestre del 2023 e sarà la prima in Italia per dimensioni e tipologia.
Per perseguire l’obiettivo di azzerare le emissioni entro il 2050, riuscendo se possibile ad anticipare questa data, Sagat, il gestore dell’aeroporto di Torino Caselle e Snam hanno sottoscritto un accordo per realizzare un impianto in grado di produrre energia elettrica dall’idrogeno. Questa innovazione consentirà all’Aeroporto di Torino di autoprodurre energia elettrica, termica e frigorifera. Grazie all’implementazione di una cella a idrogeno (fuel cell hydrogen-ready) lo scalo aderirà ai più elevati standard di efficienza e sostenibilità ambientale, in linea con il proprio obiettivo di dare la massima accelerazione alla riduzione delle emissioni nette prima del 2050.

A Venezia nasce l’Hydrogen Park
Dodici progetti e ventuno milioni di investimento daranno vita a un vero e proprio distretto industriale. Si parla di idrogeno come il nuovo petrolio. La location sarà Porto Marghera e porterà con sè una delle più grandi sfide della transizione energetica. Infatti il copmpito è quello di accompagnare le aziende nell’ammodernamento delle infrastrutture e nell’applicazione delle tecnologie per l’utilizzo dell’idrogeno in sostituzione dei vecchi inquinanti e rudimentali combustibili.

Insomma si moltiplicano i progetti sull’idrogeno in tutti i settori strategici del Paese. D’altra parte l’idrogeno nella sua forma molecolare, H2, è l’elemento chimico più abbondante nell’universo e, nella sua forma molecolare, è un magnifico combustibile perché produce energia ottenendo come scarto solo innocuo vapore acqueo: teoricamente è quindi il produttore di energia ideale: abbondante e pulito.

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