Ricerca. Parte il progetto citizen science per mappare la vegetazione globale

Le conoscenze mancanti nella distribuzione globale dei tratti delle piante potrebbero essere riempite con i dati delle app di identificazione delle specie.

I ricercatori dell’Universita’ di Lipsia, del Centro tedesco per la ricerca integrativa sulla biodiversita’ (iDiv) e di altre istituzioni sono stati in grado di dimostrarlo sulla base dei dati della popolare app iNaturalist. Fra gli autori anche Francesco Maria Sabatini, ricercatore dell’Istituto di Biologia presso il Dipartimento di Geobotanica e Orto Botanico dell’Universita’ Martin Luther Halle-Wittenberg e l’autrice principale, Sofia Lupo, del Centro di telerilevamento per la ricerca sul sistema terrestre dell’Universita’ di Lipsia.

Tra le altre cose, le nuove mappe forniscono una base migliore per la comprensione delle interazioni pianta-ambiente e per la modellazione del sistema Terra. Lo studio e’ stato pubblicato sulla rivista Nature Ecology and Evolution. “Conoscere la distribuzione delle comunita’ vegetali e’ fondamentale sia dal punto di vista della protezione della natura, sia perche’ dagli ecosistemi dipendiamo in maniera diretta e indiretta – ha detto ad AGI il ricercatore Francesco Maria Sabatini – ad esempio, per l’approvvigionamento di cibo e fibre, per garantirci acqua e aria pulita, possibilita’ ricreative e per il mantenimento di condizioni ambientali e climatiche stabili. Studiare la vegetazione e’ pero’ molto faticoso, difficile e costoso Prevede la presenza di personale qualificato e di molta attivita’ di campo per l’esecuzione dei rilievi. Nell’ultimo secolo migliaia di ricercatori hanno collezionato una montagna di informazioni ma questa e’ stata

Natura e clima sono reciprocamente dipendenti. La crescita delle piante e’ assolutamente dipendente dal clima, ma questo e’, a sua volta, fortemente influenzato dalle piante, come in una foresta, che fa evaporare molta acqua. Per poter fare previsioni accurate su come potrebbe svilupparsi il mondo vivente, e’ necessaria una conoscenza approfondita delle caratteristiche della vegetazione nei diversi luoghi, ad esempio, la dimensione della superficie fogliare, le proprieta’ dei tessuti e l’altezza delle piante. Tuttavia, tali dati di solito devono essere registrati manualmente da scienziati professionisti in un processo scrupoloso e dispendioso in termini di tempo. Di conseguenza, i dati sui tratti delle piante disponibili in tutto il mondo sono molto scarsi e coprono solo alcune regioni.

“Grazie al lavoro di un consorzio di centinaia di botanici, negli ultimi anni siamo riusciti ad armonizzare ed organizzare tutti questi dati in un database coerente e open access – ha spiegato Sabatini – sto parlando di sPlotOpen, di cui sono stato curatore e che ho contribuito a pubblicare. Questo database e’ stato la premessa per la nostra ultima pubblicazione dove abbiamo testato fino a che punto le nuove tecnologie e i dati derivanti da citizen science potessero essere usati per avere un quadro accurato della distribuzione delle comunita’ vegetali, usando sPlotOpen come controprova. Il nostro lavoro ha mostrato che questo e’ possibile, sia concettualmente che tecnicamente.

Il nostro lavoro apre nuove strade per lo studio e il monitoraggio degli escosistemi sulla base di una integrazione tra piattaforme e professionalita’, e ci permettera’ di espandere enormementea nostra comprensione del mondo naturale, e le nostre basi di dati, sia spazialmente che temporalmente”. Il database TRY, gestito da iDiv e dal Max Planck Institute for Biogeochemistry di Jena, fornisce attualmente tali dati sui tratti delle piante per quasi 280mila specie vegetali. Questo lo rende uno dei database piu’ completi al mondo per la mappatura delle caratteristiche delle piante.

Finora, le mappe globali dei tratti delle piante sono state create utilizzando estrapolazioni (stima oltre l’intervallo di osservazione originale) da questo database geograficamente limitato. Tuttavia, le mappe risultanti non sono particolarmente affidabili. Per colmare grandi lacune nei dati, i ricercatori di Lipsia hanno ora adottato un approccio diverso. Invece di estrapolare geograficamente i dati sui tratti esistenti dal database TRY, li hanno collegati al vasto set di dati del progetto citizen science iNaturalist.

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