Non solo coaching: Quando guardi ad una situazione a cosa osservi?

Tutti ci siamo trovati in una situazione in cui tutto sembra prendere una direzione chiara a noi stessi, o ad avere una spiegazione per noi logica e ben delineata. In questi casi può capitare che, nel confronto con gli altri coinvolti, spesso ci ritroviamo a non essere d’accordo con chi abbiamo di fronte, non capendo le sue ragioni né da dove sta osservando la questione.

Cosa stai osservando? A cosa darai maggiormente attenzione?A cosa non stai guardando? 

Certo è che intanto, già ascoltando chi abbiamo di fronte, possiamo scoprire qualcosa di diverso che non avevamo considerato, questo può portare maggiori informazioni sulla situazione d’interesse e completare il quadro.

Farà la differenza considerare vera la propria opinione (come una parte della verità), vera l’opinione altrui (come un’altra parte della verità) e mettere insieme i pezzi per avere un’immagine più realistica della verità sulla questione. 

Cosa accade quando riusciamo, con distacco ad osservare le cose mettendoci nei panni degli altri?

Spostare il punto di vista spesso porta a osservare la questione in modo diverso.
Per far questo si dovrebbe uscire dalla propria visione della situazione e porsi domande diverse. 

Da che punto osservi la questione? L’altro da che punto osserva? 

Cosa è importante per me? Cosa è importante per l’altro? Come valuto i due aspetti?

Quando c’è una questione contesa, spesso il motivo scatenante sta nelle nostre aspettative, a volte poco chiare per l’altro, che dal nostro punto di vista vengono disattese. La mancanza di chiarezza è sicuramente una responsabilità condivisa, e su questa si può costruire per superare le difficoltà del momento. 

Quando le aspettative sono disattese cosa può accadere? 

Presi dal dispiacere o dalla rabbia, si sbaglia nella reazione, poiché si pensa alla questione solo in termini di ciò che è mancato a noi stessi. Nasce la discussione, che nulla porta di buono, anzi aumenta le distanze. Prendere tempo è una scelta, che a volte si dimostra la migliore. 

Un vecchio proverbio popolare dice che il tempo è galantuomo e se a questo aggiungiamo il silenzio ne potenziamo l’efficacia.  Attendere in silenzio può essere un grande strumento per riflettere e spostare il punto di vista.

Il tempo attenua le emozioni, il silenzio sposta la comunicazione sull’ascolto. Il dolore e la rabbia sono sedati, e l’ascolto permette di acquisire tutto quanto c’è da considerare. 

Troppo spesso ascoltiamo solo per rispondere e non per comprendere cosa l’altro ci sta comunicando. 

Su questo dovrebbe esser centrato l’argomento, sul dubbio che, nella fretta del parlare e sull’onda emotiva, stiamo perdendo di vista qualcosa.

Se si insiste nella direzione di voler sostenere a tutti i costi la propria tesi, senza ascoltare e valutare quella altrui, potrebbe essere interessante chiedersi per cosa si sta combattendo e cosa si vuole ottenere. 

La ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto che ogni parte abbia soltanto dell’una o dell’altro. (Alessandro Manzoni)

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