Tasse universitarie. La delusione degli studenti

ROMA – In questi giorni si sono svolte delle importanti riunioni della commissione VII, l’ultima ieri, con tema l’istituzione di una no tax area per le tasse universitarie e in generale una riforma a livello nazionale del sistema di tassazione studentesca, ad oggi è tra i più gravosi e iniqui d’Europa.

“Fino a ieri pomeriggio eravamo fiduciosi nella possibilità che finalmente sarebbe stato fatto un ulteriore passo avanti sul tema della tassazione universitaria dopo le mozioni approvate alla Camera la scorsa settimana. Il Comitato ristretto della Commissione Cultura stava lavorando su un testo base condiviso da tutti. Il testo prevedeva una no tax area per gli studenti con ISEE inferiore a circa 15000 euro e tutele per gli studenti con ISEE poco superiori. Purtroppo però le cose non sono andate come sperato.

Nella commissione tenutasi ieri pomeriggio i testi di PD e M5S sono stati disabbinati e il testo dei cinque stelle sarà discusso in fase emendativa di nuovo in Commissione la prossima settimana e poi presentato in aula il 18 luglio.

Pensiamo che il testo base di cui stava discutendo il comitato ristretto fosse un punto di partenza. Il disabbinamento dei testi è un passo indietro. Un testo unico avrebbe dimostrato che le intenzioni delle forze politiche rispetto all’istituzione di una no tax area sono serie, soprattutto se supportate da una calendarizzazione in aula già durante l’estate. L’istituzione di una no tax area è un passo fondamentale per rendere la formazione universitaria più accessibile ai molti che ad oggi ne sono esclusi e per questo deve essere prioritaria rispetto a logiche elettoralistiche e di partito. Per questo motivo chiediamo che le forze politiche tornino intorno ad un tavolo per approvare il prima possibile una proposta di legge sulla tassazione universitaria partendo dalle proposte degli studenti. 

Già nei primi mesi di quest’anno con la campagna “Don’t tax me now” abbiamo lanciato la proposta di una no tax area a 28000, che permetterebbe di esonerare il 39% degli studenti per un costo complessivo di 600 milioni. Molti studi  dicono infatti che gli abbandoni degli studi si concentrano nella fascia tra i 21000 e i 28000 ove gli studenti non hanno più i benefici della borsa di studio e si trovano a pagare le tasse pur non avendo un reddito spesso in grado di consentire loro una vita universitaria, soprattutto da fuorisede. 

Ribadiamo che il Governo deve assumere il diritto allo studio come una priorità politica in un paese con un basso livello di scolarizzazione come il nostro. Per questo motivo continuiamo la raccolta firme sulla legge di iniziativa popolare “ALL IN per il diritto allo studio” che prevede l’estensione della no tax area e lavoreremo con le forze politiche in commissione nella fase emendativa della proposta in campo al fine di introdurre delle misure di tutela per categorie deboli di studenti come i richiedenti asilo e gli studenti disabili.

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