Università, partono i ricorsi sul numero chiuso

ROMA – Nell’ultimo mese abbiamo ricevuto moltissime segnalazioni di irregolarità di vario tipo verificatesi durante i test di settembre per le facoltà ad accesso programmato per l’anno accademico 2016/2017.

Come ogni anno abbiamo atteso l’uscita delle graduatorie per intraprendere con l’Avvocato Michele Bonetti eventuali ricorsi. Unica eccezione il caso della mancata sottoscrizione della scheda anagrafica per cui già nei giorni passati avevamo predisposto il form per le adesioni al ricorso con cui chiedere che sia superato il vizio formale e gli studenti siano riammessi in graduatoria.

La prima irregolarità che si è verificata riguarda la domanda 16. Nella correzione il MIUR ha in un primo momento indicato come risposta corretta la A. Successivamente, viste le tantissime segnalazioni relative alla non univocità della risposta, al momento della pubblicazione dei punteggi in forma anonima, il MIUR ha assegnato a tutti i concorrenti 1,5 punti, i quali innegabilmente hanno influito sulla graduatoria. Sicuramente tale domanda ha generato molta confusione sia durante lo svolgimento della prova che nei giorni immediatamente successivi ed ha finito col penalizzare molti studenti. Ad oggi siamo pronti a presentare ricorso per quegli studenti che, avendo risposto correttamente secondo la prima valutazione del MIUR, si trovano nei posti immediatamente successivi agli ultimi ammessi (nella forbice di circa 2 punti). 

Quest’anno abbiamo, inoltre, dovuto constatare che moltissime domande non erano inedite, bensì prese o da libri per esercitazioni, da vecchi quiz o peggio da quelle somministrate nei test di preparazione fatti da istituti privati. Sebbene non sia rilevante da un punto di vista giuridico, condanniamo profondamente la scelta operata dal MIUR. È la dimostrazione di quanto denunciamo da tempo: esiste un business che gravita intorno al sistema a numero chiuso, che di fatto rappresenta insieme alla volontà degli Ordini il vero motivo per cui non si supera l’attuale modello di accesso. Presentando domande già note, non solo si rischia di non far partire tutti gli studenti dalle stesse condizioni di partenza di fronte ad un test che di fatto non è inedito, ma peggio si fa passare l’idea che tale business, fatto anche di corsi privati costosissimi a cui non tutti possono prendere parte, sia la via migliore per entrare. Noi continuiamo a chiedere che non si speculi e si ricerchi profitto dalle speranze di chi chiede solamente di poter accedere alla facoltà che si è scelta per il proprio futuro: vogliamo superare l’attuale modello e andare verso il libero accesso. 

Anche quest’anno siamo costretti a ricorrere alla giustizia per  far valere le ragioni dei concorrenti. Ma siamo pronti a dar battaglia in ogni luogo per far si che quanto successo quest’anno non si ripeta mai più. Allo stesso modo continuiamo a chiedere al MIUR di rivedere il D.M. 546/16 relativamente alla chiusura anticipata delle graduatorie a fine primo semestre, quando verosimilmente non tutti i posti messi a bando saranno stati assegnati. Se così non sarà siamo pronti ad adire le vie legali. 

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