Boxe. Umberto Framondino, pugile: allenare la mente è difficile

ROMA – Se un atleta è fortemente motivato nel voler praticare il suo sport che comporta lavori, sacrifici, rinunce, affronterà le sconfitte a testa alta, complimentandosi con se stesso per quello di buono che è riuscito a fare finora, un aspetto importante del vero campione è la resilienza, il cui significato è: “mi piego ma non mi spezzo”, che sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia riscattarsi, di far meglio.

Di seguito Umberto ci racconta le sue esperienze e la sua determinazione nel voler partecipare alle olimpiadi.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? “Si, ci fù un giorno in particolare, era la finale di un torneo di karate (combattimento) e stavo perdendo di un punto, i giudici cercarono in tutti i modi di buttarmi fuori chiamando addirittura un break per farmi visitare e cercare un cavillo sul quale potermi squalificare per abbandono, nonostante si sia visto che l’incontro era palesemente truccato per far vincere il mio avversario, tutte le persone che erano in platea iniziarono a far il tifo per me. Ovviamente si sa com’è andato a finire l’incontro io persi ma al momento della premiazione io sono stato acclamato e il mio avversario il quale è arrivato ‘primo’ venne disprezzato a gran voce. Dopo scoprii che era un nipote di un giudice di gara. Quel giorno mi sentii un campione nonostante fossi arrivato secondo.”   

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Grazie allo sport ho iniziato a mangiare in modo più salutare alternando alimenti che prima neanche consideravo. Ho iniziato a sentirmi più forte e reattivo sia in ambito scolastico sia sportivo. Un detto vero che ho provato personalmente è ‘Mens sana in corpore sano’.”

Come hai scelto il tuo sport? “Dopo il karate ho continuato i sport da combattimento per il semplice motivo che mi piacevano così mi sono avvicinato alla kick boxing e alla boxe e dopo un paio di anni circa ho continuato solo la boxe prendendo spunto dal Campione Mike Tyson.”

Nella tua disciplina quali difficoltà si incontrano? “In particolare nella boxe avere dei ottimi riflessi è una cosa fondamentale e se non li hai rischi di trovarti in situazioni abbastanza sgradevoli. Un’altra difficoltà è essere veloci in compenso alla tua massa muscolare, perché più pesi e più sei lento, quindi si devono fare molti esercizi aerobici per le braccia e spalle evitando di fare esercizi con i pesi.”

Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Prima della gara bisogna avere un’alimentazione abbastanza proteica in modo tale da mantenere il tuo peso corporeo, durante la gara niente, a fine gara si può riprendere lo stesso regime alimentare. (sempre parlando della boxe in quanto prima della gara bisogna pesarsi e se pesi troppo poco o troppo rischi di saltare la tua categoria e perdi la gara a tavolino).”

Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Ho sempre concluso ogni gara però il fattore di stress o proprio la paura stessa di fare una gara potrebbe far si che la prestazione non sia ottimale quindi riuscire a controllare tutte e due sarebbe ottimo.”

Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “L’ambizione è l’unica cosa che ti fa continuare se perdi quella perdi tutto.”

Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “Ho avuto ottimi maestri che hanno creduto in me.”

Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La gara della mia vita deve ancora venire.”

Qual è una tua esperienza che ti possa dare la sicurezza, la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “Il vincere di per sé una gara ti dà la convinzione che ce la puoi fare sia nello sport che pratichi sia nella vita.”

Quali sono le tue capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di possedere? “Avere molta determinazione. Grinta e ambizione.”

Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport al tuo benessere o alla tua performance? “Cercare di credere in te stesso e non mollare in nessun caso.”

Ci vuole convinzione, grinta, forza, determinazione per dedicarsi ad uno sport, in base agli obiettivi, può richiedere sacrifici enormi, rinunce, spese, difficoltà, rischi, infortuni e non tutti sono disposti a questi impegni.

Quindi, la cosa importante è decidere le priorità, gli obiettivi e impegnarsi per il raggiungimento, da soli è difficile, più è alto l’obiettivo, più sono le pretese, più è alto l’impegno, il costo in termini di soldi, di investimento di tempo.

Il talento non basta per raggiungere l’eccellenza, l’impegno è di rilevanza fondamentale.

Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l’autoefficacia dell’atleta.

Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Un giorno tirando una sequenza di ganci il perno che reggeva il sacco si è sganciato e il maestro per tutto il giorno mi ha continuato a chiamare ‘rocky dei poveri’.”

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? “Sono riuscito a combattere quel poco di timidezza che avevo. Ho notato che sono più aggressivo sul ring per via della paura che hai prima di iniziare una gara.”

Quali sono o sono state le tue sensazioni pregara, in gara, post gara? “Pre gara ansia/ stress di fallire, post gara sollievo e benessere.”

Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Si ho dovuto lasciare la boxe per prendere il diploma e rimpiango ogni giorno quella scelta ma dentro di me c’è sempre quella fiamma che non cessa di spegnersi.”

A seguito delle tue esperienze che consiglio ti andrebbe di dare a coloro che si trovano a dover fare scelte importanti nello sport? “Bisogna sempre osare anche se la vita ci mette davanti ad un bivio e se una cosa ci fa star bene allora bisogna farla.”

Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del doping e per fare uno sport teso al benessere o alla performance? “Il doping oltre a fare male di per sé all’organismo è come se ad una gara di ciclismo gareggi con un motorino 50cc.”

Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport, se si per quali aspetti ed in quali fasi dell’attività sportiva? “Si la ritengo utile specialmente prima di una gara dove lo stress è molto alto.”

Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport fatto di fatica, impegno, sudore, sofferenze? “Il pugilato è chiamato la ‘noble art’ non si tratta solo di tirare pugni a destra e sinistra ma ci vuole astuzia, capire qual è il punto debole di un avversario, usare le sue debolezze. Bisogna usare un 70% testa e il 30% corpo, tutta una questione di strategia. Allenare il corpo è facile allenare la mente quello è difficile.”

Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? “Ho vinto molte medaglie e sono sogni realizzati, uno da realizzare è andare alle olimpiadi come pugile.”

 

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