Juventus-Real Madrid: per la storia e per il futuro

Sarà, dunque, Juventus-Real Madrid la prestigiosa finale di Champions League che si disputerà il prossimo 3 giugno a Cardiff. 

Quella che andrà in scena al “Millennium Stadium” sarà una partita carica di storia e di spessore ma, al tempo stesso, con lo sguardo rivolto al futuro.  Sarà, infatti, una sfida fra il primo e il secondo miglior club del Ventesimo secolo, fra la compagine che ha visto fra le sue fila fuoriclasse del calibro di Charles, Sivori e Boniperti, Platini, Cabrini, Tardelli, Causio e molti altri ancora e la società che ha vinto ben undici fra Coppe dei Campioni e Champions League, di cui cinque consecutive a cavallo fra il ’55 e il ’60. 

Due potenze calcistiche e politiche, quindi, due meravigliose armate che hanno, rispettivamente, nella difesa e nell’attacco i propri punti di forza: da una parte Buffon e la BBC, dall’altra CR7, Benzema, Bale e altri fubamboli in grado di fare la differenza in qualunque momento; a centrocampo un sostanziale equilibrio e in panchina un bel confronto fra un genio che ha scritto la storia del calcio e un tecnico con meno fascino mediatico ma la medesima capacità di costruire una squadra coesa, solida e in grado di competere alla pari con chiunque. 

La posta in palio, inoltre, è altissima, ben al di là della coppa in sé: per quanto il trofeo sia prestigioso, infatti, chi dovesse affermarsi getterebbe seriamente le basi per esercitare una significativa egemonia sportiva per i prossimi dieci anni, considerando che il Barcellona, pur essendo ancora grande, sembra comunque bisognoso di un processo di rifondazione dopo i fasti di un decennio trascorso in cima al mondo, con prestazioni ai limiti del sovrumano e una messe di trionfi senza precedenti. 

La Juve, da questo punto di vista, grazie al clima sereno che si respira all’interno dello spogliatoio, all’unione d’intenti, alla maturità dei suoi senatori e alla freschezza e al dinamismo di tanti giovani in rampa di lancio, su tutti Paulo Dybala, sembra avere buone possibilità di recitare un ruolo da protagonista: sia nel contesto nazionale, dove ormai domina pressoché incontrastata da sei stagioni, sia in ambito internazionale, dove se la dovrà vedere con le corazzate spagnole, con il solito Bayern, con il Paris Saint-Germain degli sceicchi e con il probabile ritorno in auge delle inglesi. 

Il Real da quando è arrivato Zizou, dopo il fallimento di Benitez e la subalternità nei confronti del sontuoso Barcellona di Guardiola e Luis Enrique, ha ritrovato slancio, dando un seguito alla decima Champions targata Ancelotti e agguantando ai rigori l’undicesima, ancora contro l’Atlético Madrid. 

Il vero merito di Zidane, tuttavia, non è stato quello di rendere nuovamente vincente un club che ha il successo inscritto nel DNA: il suo vero merito è stato quello di trasformare in uomini degli ottimi giocatori, riuscendo nell’impresa di far diventare simpatico Cristiano Ronaldo, di rendere umile e disposto al sacrificio uno spogliatoio di primedonne e di dare un’anima ad una realtà oggettivamente disunita e priva di un amalgama, i cui risultati poco esaltanti erano dovuti soprattutto alle idiosincrasie fra i troppi galli presenti in un pollaio lastricato d’oro ma privo d’umanità. 

Due destini incrociati, due tifoserie passionali, una miriade di fuoriclasse e la prospettiva di avviare un ciclo vincente lungo anni: a Cardiff andrà in scena tutto questo e molto di più. Per la storia, per il blasone, per il futuro e per i destini individuali di singoli campioni come Buffon e Ronaldo che, con ogni probabilità, si contenderanno il Pallone d’oro. Per la bellezza del calcio, per la sua magia e per tutto ciò che questo sport e i suoi interpreti rappresentano in ogni angolo del mondo.

Condividi sui social

Articoli correlati