Angelillo: il campione che precedette Herrera

Addio ad Antonio Valentin Angelillo, il campione maledetto, scomparso lo scorso 5 gennaio all’età di ottant’anni. Maledetto e sfortunato il povero Angelillo, in quanto, nonostante i suoi trentatre gol in una sola stagione, non scaldò mai il cuore dell’arcigno Herrera che, infatti, non gli perdonò qualche nottata di troppo in compagnia della bella ballerina di night Attilia Tironi (in arte Ilya Lopez) e non lo volle nella Grande Inter, lo squadrone che in pochi anni, negli indimenticabili Sessanta, avrebbe scalato l’italia, l’Europa e il mondo. 

Angelillo, argentino di nascita e italiano d’adozione, figlio di una tradizione di centravanti dal sapore antico eppure modernissimo, bomber implacabile, fuoriclasse sporco, privo di guizzi o di una particolare bellezza stilistica ma dannatamente forte in area di rigore, ha avuto senz’altro meno di quanto il suo talento gli avrebbe consentito di ottenere, affermandosi tuttavia ai massimi livelli.

Un campione efficace, dunque, prolifico e costruttivo, utile alla squadra e capace di sbloccare le partite in qualunque momento, al punto che tutt’oggi, in un calcio in cui si corre a velocità doppia rispetto ad allora, penso che sarebbe titolare in alcuni dei più importanti club al mondo, bisognosi come il pane della sua fame di gol, del suo senso tattico e, soprattutto, della sua imprevedibilità destabilizzante per qualunque difesa. 

Ci ha lasciato, come detto, all’età di ottant’anni, ormai misconosciuto e pressoché ignorato dalle giovani generazioni, e a tal proposito sarebbe opportuno che qualcuno gliene parlasse, che venissero trasmessi un po’ dei suoi gol, delle sue azioni dirompenti, dei suoi movimenti: una scuola calcio pressoché inarrivabile, una meraviglia da stropicciarsi gli occhi, proprio come oggi ammiriamo altri punteri che fanno la differenza, fra compensi milionari e sponsor pubblicitari che giungono da ogni dove. 

Angelillo è finito nel dimenticatoio di questo tempo senza memoria ma non per questo la sua classe cristallina, la sua caparbietà e le sue percentuali realizzative sono svanite. Riemergeranno, prima o poi, dai cassetti della memoria, ricordando a tutti noi quanto sia glorioso il passato del nostro calcio e di una Serie A purtroppo oggi caduta in disgrazia. 

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