Meditare è meglio che curare

ROMA – La  grande  novità è che la meditazione  inizia ad avere un riconoscimento anche a livello sanitario. E’ di poche settimane fa la notizia che la  A.S.L. di Bologna farà partire la sperimentazione di una terapia di meditazione tibetana-buddista con i suoi pazienti oncologici.

Io, nel frattempo, l’ ho fatta partire aprendola a chi ne volesse fare esperienza a qualunque titolo ed ho pensato di praticarla in riva al mare, nello specifico nel mare di Ostia (Roma ).
Il mare gode da sempre di un suo certo fascino ma, in più, ora possiamo dare un valore al suono delle onde definito il “ rumore bianco”, un ottimo sottofondo per lo studio e le terapie.
Il “rumore bianco” è il suono prodotto dalla somma di tutte le frequenze udibili.
Esso suscita nel nostro organismo la produzione di endorfine che accrescono la reattività del sistema immunitario e del corpo intero attivati per reagire alle condizioni di malessere (ad es. la cefalea, il male di denti ). Riduce inoltre la produzione degli ormoni dello stress.
Noi generiamo continuamente impulsi elettrici nel nostro cervello. Secondo le neuroscienze, se rivolgiamo l’ attenzione al dolore lo manteniamo vivo, mentre se indirizziamo la nostra consapevolezza verso qualcosa di diverso, i circuiti specifici attivati nel cervello si spengono. Perciò, prestando attenzione al dolore si creano circuiti che possono fare divenire il dolore cronico. Per evitare ciò bisogna distrarre il cervello ed il “rumore bianco” è un’ ottima opportunità. Se due persone parlano contemporaneamente, il cervello può ascoltare e capire una delle due voci.  Se mille persone parlano contemporaneamente non c’è modo per il cervello di individuare una sola voce, e mille persone sono un po’ come il “rumore bianco”.  Quando si ascolta “ il rumore bianco” prodotto dalle onde del mare, il cervello può prestare attenzione solo a quello e, distaccandosi dal resto, permette al sistema immunitario di entrare in funzione.  Tutto questo è relativo al piano fisico ma grande beneficio si verifica anche  nel piano mentale perché sul piano mentale si crea il vuoto, la mente si fa silenziosa e diviene non mente, uno stato cioè di pura consapevolezza. Di solito la consapevolezza è come uno specchio coperto di polvere, mentre la mente è un traffico inarrestabile di pensieri, desideri, ricordi, ambizioni.  Questa condizione è non meditativa.  La meditazione è esattamente l’ opposto, è quando il caos della mante cessa, il pensiero si ferma e si è in totale silenzio.  Quel silenzio è meditazione e in quel silenzio si conosce la verità, solo in quel silenzio e mai prima. La mente è una cosa innaturale, la meditazione è una cosa naturale che abbiamo perso, è un paradiso perduto che però può essere riconquistato.

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